Mercalli: «Ci restano 10 anni per cambiare, poi sarà tardi»
Il convegno della Cgil. Ianeselli: «Il mutamento climatico ci riguarda, ma la transizione verso la sostenibilità dev’essere equa». Barbiero: «Fermare la cementificazione e ridurre le emissioni»
TRENTO. In qualche misura è un giorno storico per il mondo del lavoro e per la società quello di cui raccontiamo. Ieri mattina, un anno esatto dopo la tempesta Vaia, che ha sconvolto il Trentino e le Alpi orientali italiane, la Cgil, principale sindacato italiano, ha unito ambiente e lavoro, uscendo dalla storica dicotomia sindacale che separa le due componenti. «Il sindacato ha scelto di commemorare Vaia celebrando il lavoro, e non solo il volontariato e le vittime, come già altrove è stato ben fatto» ha spiegato il segretario trentino Franco Ianeselli, durante la tavola rotonda organizzata all’Interbrennero, per celebrare i lavoratori coinvolti nella gestione della tempesta Vaia, con ospite Luca Mercalli. Ianeselli ha poi detto: «Abbiamo scelto da che parte stare, ed è dalla parte della transizione verso la sostenibilità. La transizione però deve essere giusta, equa, anche per i lavoratori».
Luca Mercalli ha ammonito: «Ci restano dieci anni ancora per rimetterci in riga. Se continueremo con lo scenario “business as usual” finiremo con più cinque gradi di temperatura a fine secolo. Vogliamo consegnare ai nostri figli un mondo ostile che sarebbe pieno di problemi conseguenti? Non si tratta di un gioco tra noi umani, si tratta di avere a che fare con i fattori fisici. La termodinamica là fuori non farà una trattativa con noi. Prima o poi quella ti carbonizza, a un certo punto. Facciamo pure le trattative necessarie ma agiamo in fretta. Non siamo ancora sulla linea blu della riduzione delle emissioni».
Alla provocazione del direttore del Trentino, Paolo Mantovan, che moderava il dibattito, e gli chiedeva “L’accusano di essere un catastrofista, non sarebbe meglio proporre anche qualcosa che non scoraggi troppo la gente?”, l’esperto e noto divulgatore ha risposto: «Stiamo confondendo la sana prevenzione con il catastrofismo. Io sono realista. Qui siamo di fronte alla necessità di un invasivo intervento urgente. Quelli che dicono “Andrà tutto bene in fondo” non hanno prodotto nulla di buono». Mercalli ha quindi spiegato le questioni di una ipotizzabile ripresa di attrazione dei territori montani proprio a causa del clima problematico, parlando di telelavoro, lavori nuovi al di là della tradizioni economiche alpine, ruolo centrale della ricerca scientifica.
Ianeselli ha proseguito: «Dobbiamo assumere la sfida del cambiamento climatico, e dirci però quali sono i passi da fare e i problemi per il lavoro che incontreremo. Dobbiamo mescolare strumenti, dare sostegno al reddito per chi perderà il posto di lavoro, a causa della transizione. Vaia è occasione anche per ripensare la filiera del legno». Ha anche criticato l’ambiguità della Giunta provinciale: «Se hai una giunta che ha come riferimenti Trump e Bolsonaro, è un po’ difficile avere una coerenza. Per gli Stati generali della montagna sono state inserite giusto due righe all’ultimo, sul tema del cambiamento climatico».
Roberto Barbiero, coordinatore del Tavolo provinciale del clima, ha detto: «Non ci nascondiamo le contraddizioni interne. Dobbiamo agire nei settori dei trasporti e dell’edilizia, ridurre il consumo di prodotti animali che producono il 15% delle emissioni, fermare la cementificazione, aggiornare i dati sul territorio. Dobbiamo vedere anche le opportunità”.
Alla fine il segretario della Cgil, Franco Ianeselli, ha raccolto un applauso sincero dagli oltre duecento delegati e lavoratori presenti concluendo: «L’ambiente è una questione sindacale».