«Mense, lamentele inutili contro il funzionamento»
La replica. Francesca Dellai della Filcams Cgil porta alla luce il disagio del personale nelle scuole della val di Non: «Sta subendo limitazioni di orari. Più buon senso nei genitori»
Val di non. «Basta con questo tiro al massacro contro il funzionamento delle mense scolastiche in valle Di Non. I protocolli e le procedure di somministrazione sono le stesse delle altre valli del Trentino ma lì nessuno si lamenta perché si rendono conto della situazione che è legata a doppie mani alle conseguenze Covid». A dirlo è Francesca Dellai della Filcams Cgil che si fa interprete del disagio che serpeggia nel personale delle mense scolastiche che si sente colpevolizzato per situazioni di cui non solo non è responsabile ma piuttosto le prime vere vittime.
«Il personale delle mense sta subendo limitazioni di orario perché, per scelte delle dirigenze scolastiche che pretendono la contemporaneità dei pasti, i concessionari sono stati costretti ad assumere altro personale per 3 o 5 o 8 ore settimanali con conseguente contrazione degli orari del personale “storico”. Persone, anche mamme di famiglia che devono tirare avanti con stipendi da 8 – 10 ore settimanali, con quello che significa in termini di salario!» La questione riguarda in particolare alcuni plessi scolastici dove i refettori sono insufficienti, e non è tema di oggi con la conseguenza, imposta dai dirigenti scolastici che vogliono la contemporaneità dei pasti per non intervenire sull’orario delle lezioni, di servire il pasto nelle classi dove per forza il cibo non può arrivare fumante. E quanto all’acqua che si devono portare da casa, con un po’ di buon senso anche i genitori, e chi soffia sul fuoco, dovrebbe capire che è impossibile servire le classiche brocche di acqua nelle aule tra i banchi: per questo è stato consigliato alle famiglie, e non credo sia uno scandalo, di far portare ai figli che frequentano le medie una borraccia d’acqua. Sempre meglio che inondare le classi di plastica». La sindacalista ce l’ha anche con chi si lamenta per il servizio in polibox: «Lo prevede il protocollo Covid nazionale, almeno questo dovrebbero capirlo o quanto meno documentarsi proprio per il bene dei loro ragazzi!» Francesca Dellai ha anche la replica alle lamentele, anche queste di attualità solo in valle di Non, sulla scarsa varietà delle verdure di contorno con spinaci e carote che si susseguono nei menù. «La commissione mense della Comunità valle di Non, formata proprio da genitori, è l’unica in Trentino tra le 14 esistenti che ha preteso nel protocollo l’esclusione di una serie di verdure tra cui tutti i legumi. Il motivo non lo so, dovete chiederlo a loro, ma almeno che si sappiano le cose come stanno». G.E.