Manifattura, il Tar cancella l’appalto
Rovereto, accolto il ricorso della quarta classificata Colombo Costruzioni di Roma: revocato l’incarico alla padovana Vittadello
ROVERETO. Solo un paio di mesi fa, pareva cosa fatta: per far partire i lavori alla Manifattura, l’assessore Olivi aveva assicurato le cifre necessarie, e pareva che ormai la lista dei ricorsi stesse segnando il passo, lasciando campo libero alla cordata che faceva riferimento all’impresa veneta Intercantieri Vittadello Spa. La quale a sua volta aveva ottenuto l’appalto dopo un ricorso al Tar che aveva sconvolto la prima graduatoria della gara d’appalto, vinta alla fine del 2015 da Collini Lavori. Ma non era finita qui: emerge che uno dei progettisti non aveva dichiarato una vecchia condanna, Collini viene escluso dai lavori. Il cantiere era stato aggiudicato alla seconda classificata, Pessina Costruzioni, e poi revocato nell’aprile 2016, dopo un altro ricorso al Tar, per assegnarlo a Vittadello, terza in graduatoria. Ma di mezzo c’era un ulteriore ricorso al Tar, promosso stavolta dalla quarta impresa, la romana Colombo Costruzioni. E il Tar ha dato ragione, un’altra volta, all’impresa ricorrente.
I motivi nella sentenza spiegano che Vittadello nel corso della gara ha più volte modificato la composizione del Raggruppamento temporaneo d’impresa, contravvenendo così al criterio dell’invariabilità. Secondo la ricostruzione, ci sono stati diversi subentri di ditte ogni qual volta che una di esse si trovava in difficoltà economiche, mentre la legge su questo genere di appalti fissa dei rigidi criteri di invariabilità: le aziende che fanno parte della cordata che si presenta alla gara d’appalto devono essere le stesse che in effetti svolgono il lavoro. Nel caso di Vittadello, la normativa sarebbe stata aggirata attraverso il meccanismo del contratto di subaffitto di ramo d’azienda, grazie al quale entrarono nell’affare aziende di nuova costituzione o inibite (Ecobuilt Srl, ad esempio, costituita l’8 aprile 2015, sei mesi dopo la gara d’appalto, e subentrata a Rossaro Costruzioni, o Mak Costruzioni, che aveva partecipato alla gara d’appalto come mandante dell’Associazione d’impresa guidata da Carron, dunque seguendo un iter irregolare). Inoltre, anche un delle società mandanti della padovana Intercantieri Vittadello, è emerso, non aveva dichiarato una vecchia condanna. Un errore non da poco, perché dichiararla sarebbe costata l’esclusione dall’appalto. Vittadello a sua volta si è costituita a giudizio, ma ha perso. Fondato invece, per il Tar, il ricorso di Colombo, che è stato infatti accolto. Un nuovo colpo di scena che potrebbe segnare l’addio definitivo ai 44,5 milioni di finanziamenti europei per le torri di Kengo Kuma. Che chissà, a questo punto, se vedremo mai realizzate ©RIPRODUZIONE RISERVATA