POLITICA

Manager, giudici, dirigenti: potere rosa

Vescovi agli industriali, Defant all’Itea. E c’è chi lavora nell’ombra
De Torre, un balzo dal Comune di Trento al governo Prodi


Chiara Bert


TRENTO. Le donne in politica bacchettano i sindaci e chiedono più rappresentanza rosa nelle giunte comunali. Ma fuori dalla politica quanto contano oggi le donne in Trentino? Quali spazi hanno conquistato e quanto potere gestiscono? Ai vertici sono ancora molte meno dei colleghi uomini, ma in tanti settori della società - dalle imprese alla cultura, dalla sanità ai mass media - la loro presenza è aumentata e si fa sentire. Donne alla guida di aziende, telegiornali e musei, donne magistrato o avvocato di fama. Ma anche dirigenti, che con competenza e fermezza lavorano all’ombra degli assessori.

Un segnale del «rosa» che avanza è stata, un mese e mezzo fa, l’elezione di Ilaria Vescovi alla guida dell’Associazione industriali, che in Trentino rappresenta 835 imprese. E non sarà un caso che lei, prima presidente donna di Confindustria, in cima al suo programma abbia messo innovazione e alleanze, ma anche nidi aziendali per sostenere le donne che lavorano.

Nel mondo dell’impresa spiccano nomi importanti: donne che hanno portato avanti l’azienda di famiglia, come Elisabetta Foradori, che con la sua cantina e il suo Teroldego ha raggiunto i mercati internazionali ed è approdata nel salotto televisivo più ambito, «Porta a porta»; come Camilla Lunelli, terza generazione della famiglia dello spumante Ferrari; come Livia Bertagnolli, la «signora» della grappa trentina.

Ci sono oggi donne che rappresentano intere categorie, incarico di prestigio che diventa anche un ulteriore carico di responsabilità: se la Vescovi è da poco presidente degli industriali, Ivana Bridi da anni guida gli artigiani del comprensorio valle dell’Adige.

Donne ai vertici di istituti e società importanti. Due esempi per tutti: Elena Robecchi Defant, presidente dell’Itea (che come vice ha un’altra donna, Aida Ruffini), e Chiara Fantoni, dal 2002 direttore generale di Informatica Trentina, alle spalle una consolidata esperienza in un campo - l’innovazione tecnologica - tradizionalmente maschile.

Ma prendiamo una realtà nuova come il Centro Microsoft di Povo: nel ruolo di direttore amministrativo, o administrator manager come lo chiamano oltreoceano, c’è una trentenne, Elisabetta Nones. Dall’economia alla cultura, dove il nome di Gabriella Belli, direttrice del Mart, è ormai di rilievo internazionale. Alla sanità, dove spiccano primari come Nunzia Di Palma (pediatria) e Costanza Giannelli (neuropsichiatria infantile). All’informazione, dove la presenza femminile è in costante crescita, nella carta stampata ma ancor più nelle radio e nelle televisioni. Qui le donne si sono conquistate sul campo uno spazio che fino a non molto tempo fa era appannaggio degli uomini. È il caso di Laura Strada, caporedattore alla Rai di Trento dopo anni di lavoro come cronista politica, di Adele Gerardi, romana, dallo scorso marzo direttrice di Rttr e Marilena Guerra, direttrice di Tca.

Meno note al grande pubblico le donne che lavorano nella giustizia e nelle forze dell’ordine: un ruolo, il loro, che è certamente di potere inteso soprattutto come grande responsabilità. Tra i pubblici ministeri Alessandra Liverani e Alessia Silvi; le giudici Anna Mantovani, Patrizia Collino (nel direttivo dell’Anm), Donatella Solinas; in questura, Anna Schiralli dirigente dell’Ufficio stranieri e Ilva Orsingher, prima dirigente della Digos e oggi al Personale. Ma una fetta di notorietà, e di «potere», se la contendono anche schiere di donne avvocato che nella loro professione si sono costruite un nome e una visibilità: Annelise Filz, per anni anche presidente della commissione pari opportunità, Maria Anita Pisani (già presidente delle Camere penali), Mara Roncoletta, Daria De Pretis, Monica Baggia.

Fin qui abbiamo parlato di donne, più o meno conosciute ma con incarichi che le portano ad avere una visibilità pubblica. Altre lavorano più nell’ombra, ma non per questo sono meno potenti, anzi. In Provincia tutti ricordano Paola Matonti, dirigente del dipartimento urbanistica e ambiente oggi in pensione, sempre influentissima e ascoltatissima. Ruolo analogo a quello ricoperto in Comune a Trento dall’architetto Luisella Codolo, dirigente del Servizio urbanistica, spalla destra dell’assessore Alessandro Andreatta. E che dire di Giorgia Floriani, da un anno a capo della segreteria di Dellai? Anche lei conosciuta dagli addetti ai lavori, non al grande pubblico.

Che invece conosce le donne in politica, quelle che il potere lo gestiscono sotto gli occhi dei media. In Provincia oggi le «assessore» sono tre, Margherita Cogo (che è anche vicepresidente), Marta Dalmaso e Iva Berasi (solo una consigliera, Caterina Dominici); in Comune due, Violetta Plotegher e Lucia Maestri. Ma la donna del momento è sicuramente Letizia De Torre, focolarina, che in colpo solo è balzata dall’assessorato comunale alle politiche sociali ad un posto da sottosegretario all’istruzione nel governo Prodi. E poi anche tra i 45 saggi chiamati a costruire il neonato Partito democratico.













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