«Malattie genetiche, la cura non è lontana»
Ne ha parlato a Trento Anna Cereseto del Cibio, “mamma” della forbice che taglia il Dna danneggiato
TRENTO. Crispr/Cas9 è un acronimo astruso, sconosciuto ai più e difficile persino da pronunciare (crisper-casnove); eppure, se solo si inizia ad ascoltare una scienziata competente e appassionata che spiega che cosa si cela dietro la “macchina molecolare” dal nome così enigmatico, è praticamente impossibile rimanerne indifferenti. È stato così per il pubblico numeroso e attento che ha partecipato, martedì 6 novembre, alla serata su “Le nuove frontiere della terapia genica” promossa dal Lions Club Trento del Concilio insieme agli altri Lions Club di zona, presso le Cantine Ferrari a Ravina.
Protagonista dell’incontro Anna Cereseto, biologa molecolare, alla guida del Laboratorio di virologia molecolare del CIBIO (Centro di biologia integrata) dell’Università di Trento. A lei e al suo team si devono i risultati più recenti e rivoluzionari della ricerca su Crispr/Cas 9, una sorta di forbice molecolare in grado di tagliare un Dna danneggiato o malato, di ripararlo e di riportarlo ad una sequenza corretta, senza modificare le parti sane. «La prudenza è d’obbligo- ha detto Cereseto- ma si confida che tra non molti anni Crispr/Cas9 e le sue successive evoluzioni possano essere impiegati nella cura dei tumori e delle malattie genetiche, ma anche per una moltitudine di applicazioni della ricerca non strettamente correlate alla medicina, come ad esempio quello delle piante di interesse alimentare e degli animali da allevamento».