«Lo stop alla riforma sarebbe un disastro»
Il presidente di Cassa Centrale Giorgio Fracalossi spiega: abbiamo già assunto cento persone in più e speso 40 milioni
TRENTO. «Sento parlare di una moratoria della riforma del credito cooperativo, ma per fare cosa? Noi siamo pronti al dialogo con il governo per aggiustare il progetto, ma la riforma è troppo importante per l’intero sistema per essere bloccata». Giorgio Fracalossi, presidente di Cassa Centrale banca interviene dopo l’aspro confronto tra i vertici della banca e i parlamentari trentini sulla riforma del credito cooperativo. Il governo, come ha spiegato anche ieri il sottosegretario della Lega Maurizio Fugatti, pare orientato verso una moratoria, ovvero una sospensione della riforma, per un tempo variabile dai 6 ai 18 mesi. Un’ipotesi che viene vista come il fumo negli occhi dai vertici di Cassa Centrale.
Presidente Fracalossi, il governo pensa a una moratoria della riforma, che effetti avrebbe sul vostro progetto?
Prima dovrebbero dire perché sospendere e per fare cosa. Noi siamo pronti a collaborare con il governo. Ad esempio è uscito da poco il decreto del Mef che stabilisce i requisiti per gli amministratori delle banche di credito cooperativo. Requisiti che per le bcc di piccole dimensioni potrebbero essere eccessivi, ma parliamone, lavoriamo insieme. Secondo me l’effetto peggiore della moratoria sarebbe quello di bloccare una riforma che è una grande occasione per il sistema del credito cooperativo. Grazie a questa riforma si potrà acquistare maggiore efficienza e solidità. Rinunciarci sarebbe un’occasione persa. Per noi avrebbe anche delle conseguenze pesanti dal punto di vista finanziario. Nel 2017 abbiamo speso circa 21 milioni in consulenze e quest’anno spenderemo una somma analoga. Cassa Centrale, poi, ha già assunto cento nuove persone e il gruppo in giro per l’Italia ha già 1.100 dipendenti, oltre ai dipendenti delle singole banche. Sospendere un progetto del genere avrebbe conseguenze disastrose.
Ma il governo sembra ormai orientato a decidere la sospensione della riforma.
Non penso. Nella sua relazione di questa mattina (ieri ndr) all’Abi, il governatore Ignazio Visco ha detto che nelle prossime settimane la Banca d’Italia darà le autorizzazioni ai gruppi di credito cooperativo. Le sue parole sono state chiare: “La riforma del comparto delle banche di credito cooperativo sta proseguendo come previsto dalla legge. Nelle prossime settimane saranno assunti i provvedimenti autorizzativi relativi ai nuovi gruppi”. Il governatore ha ricordato anche che la riforma è ampiamente condivisa dalla categoria ed ha avuto un percorso di due anni. Quindi se si vuole sospendere tutto, si dovrebbe dire perché.
Esponenti della Lega e dei 5 Stelle, però dicono che la riforma mette a rischio l’autonomia delle banche nella concessione dei prestiti, che mette in pericolo il sostegno delle piccole e medie imprese e che non c’è rispetto del ruolo del socio perché la capogruppo farà tutto.
Beh, innanzitutto le banche virtuose non perderanno un grammo di autonomia. Avranno la stessa autonomia di adesso. Per quanto riguarda le banche con i conti non in ordine ci sarà un maggiore intervento della capogruppo, ma il nostro obiettivo è quello di cancellare del tutto le cosiddette banche rosse, e di avere al massimo le banche gialle o quelle verdi, ovvero con i conti in ordine. Per le banche virtuose il margine di autonomia è addiritura maggiore rispetto a quello che hanno oggi. Per quanto riguarda il sostegno alle imprese ricordo che non esiste il diritto al credito per tutti. Bisogna tornare anche al merito nel credito. Le banche prestano i soldi dei propri clienti correntisti e quei soldi devono tornare indietro. Le imprese il credito se lo devono meritare. Infine, faccio notare che il socio delle singole bcc continuerà a votare i propri amministratori esattamente come prima e a partecipare alle assemblee. Non c’è nessun cambiamento e se la banca va bene non ci saranno interventi dela capogruppo.