Levico, folla alla prima messa in teatro
Fedeli costretti a qualche disagio a causa dei lavori urgenti nella chiesa arcipretale. Ieri era presente anche suor Maria
LEVICO TERME. «Buona la prima!», si potrebbe dire della prima messa domenicale nel teatro dell’oratorio, una trentina di metri più in su dalla grande chiesa arcipretale in via monsignor Caproni. Il tempio più grande della diocesi, si dice sia un metro più lungo del Duomo, è stato, infatti, interdetto alla frequentazione del pubblico per dei lavori di messa in sicurezza imposti dalla Provincia per via di una crepa che si era aperta lungo il cielo della navata centrale. «Inoltre – spiega l’architetto Giorgio Vergot titolare del progetto – si predisporrà anche un impianto di riscaldamento a pavimento in sostituzione dell’ormai obsoleto vecchio sistema di riscaldamento a gasolio. Finiremo anche di restaurare la cappella laterale e completeremo il rinnovamento della chiesa iniziato già con la sostituzione dell’impianto di illuminazione». Causa quei lavori – dice il parroco don Ernesto – celebreremo le messe del sabato e della domenica sera alle 18 e della domenica mattina alle 10.30, in teatro, mentre le altre messe feriali le celebreremo nella sala Monsignor Libardoni, da basso in oratorio». In caso di funerali, invece, ci si sposterà nella chiesa di Selva oppure nella chiesetta della Madonna del Pezzo, o anche in quella della Casa di Riposo.
Questa prima domenica la chiesa-teatro si è riempita già un quarto d’ora prima dell’inizio della liturgia e si è dovuto predisporre molte sedie nel Foyer dove una trentina di anziani si sono accomodati seguendo la messa attraverso la videosorveglianza. Anche la sera prima il teatro era pieno, ma ieri c’era una occasione in più ad attirare ancora più gente: la predica di suor Maria Bertoldi, la giovane consacrata delle Orsoline che il primo settembre scorso ha fatto la sua solenne professione nella Casa Madre di Verona. «Un evento – ha detto il parroco – ancora più raro delle ordinazioni sacerdotali». Ascoltare suor Maria ha di certo permesso ai più di sopportare in silenzio i disagi “logistici”, soprattutto per gli anziani, di questo periodo di lavori in corso. Soprattutto il momento della distribuzione della comunione ha evidenziato ancor di più quanto siano angusti gli spazi di manovra per le file di persone che vanno e tornano lungo gli stretti corridoi, uscendo dai posti a sedere delle poltroncine calpestando piedi e inevitabilmente in modo caotico e rumoroso. «Non ho permesso che mio marito vada alla comunione – dice un’anziana che accompagna un distinto signore, quasi novantenne -, già il sacrificio di salire fino a qui è stato troppo». «Domenica prossima andrò a Caldonazzo - sbotta un altro signore -, tanto non ci sarà più suor Maria».
La predica al femminile è stata molto apprezzata, pronunciata con voce chiara, lo sguardo limpido, il piglio maturo e giovanile insieme. Pochi concetti, ma carichi di fede. Per il teatro qualche mugugno c’è… ma come fare altrimenti? (f.z.)
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