Legge di stabilità, sindacati all’attacco

Nota congiunta di Cgil, Cisl e Uil del Trentino: «Se il governo Letta si tiene la riserva all’erario è una palese violazione»



TRENTO. «Se la decisione del Governo Letta di mantenere la riserva all'erario sui nuovi tributi e sugli aumenti di aliquota fissati a livello nazionale verrà confermata nella versione ufficiale del disegno di legge di stabilità, si tratterà di una palese violazione delle norme che regolano i rapporti finanziari tra lo Stato e le Province autonome». A sostenerlo sono Cgil Cisl e Uil del Trentino, in una nota, dopo le prime notizie in merito. «La Corte Costituzionale infatti - proseguono i sindacati - si è già pronunciata sulla questione, sancendo l'illegittimità delle trattenute forzose dello Stato su gettiti fiscali appartenenti alle Autonomie che, dopo il Patto di Milano, gestiscono la stragrande maggioranza di servizi in altri territori di competenza statale, solo con la ricchezza prodotta e le tasse pagate a livello locale». «Per questo motivo - sottolineano - chiediamo con forza alla Provincia e alla delegazione parlamentare trentina di premere sul Governo e sulla sua maggioranza affinché nell'iter parlamentare venga garantita al Trentino la possibilità che i prossimi bilanci di piazza Dante possano contare su stanziamenti che recuperino anche il gettito corrispondente alla riserva all'erario. Che questo avvenga attraverso lo sblocco del patto di stabilità o attraverso la corresponsione delle quote oggi trattenute dallo Stato, poco importa». «Ora però - concludono - serve un patto complessivo con Roma. È tempo di dare una veste certa ai rapporti finanziari tra lo Stato e le nostre Province autonome».













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