Legge anti-lupi, sì di Lega e Fi. Il Pd si sfila 

La giunta ha l’appoggio delle opposizioni. Oggi il voto. Dallapiccola: «Ci serve per difendere l’agricoltura di montagna»


di Gianpaolo Tessari


TRENTO. Colpo in canna contro i lupi. Che lo si possa esplodere è tutto da vedere. Oggi verrà approvata la legge che dovrebbe permettere alla Provincia di abbattere i lupi troppo aggressivi o confidenti. La maggioranza ha i voti del centrodestra ma non quelli del Pd e, soprattutto, ha una spada di Damocle grande come una casa sopra alla testa. Quella che da Roma, dal governo, arrivi lo stop ad una proposta legislativa per cui Trento non ha la competenza. Per di più contro la possibilità di spianare le doppiette si sono schierate tutte le associazioni ambientaliste, tra cui il Fronte animalista, ieri presente con megafoni e molta indignazione all’ingresso del Consiglio.

La pressione che arriva dalle valli sulla presenza dei grandi predatori ha costretto la maggioranza a premere l’acceleratore, mandando in aula in fretta e furia una legge che strizza l’occhio alle campagne più classiche del centrodestra. E che trova il no del Pd, per motivi (dichiaratamente) di competenza legislativa e, pure, per un approccio non propriamente ecologista alla faccenda.

Andiamo con ordine. Una parte delle opposizioni (Forza Italia, Lega e Agire) inizia la mattinata mettendo un pacco di emendamenti sulla legge da fare paura. Giacomo Bezzi (Fi) parla due minuti con l’assessore proponente Michele Dallapiccola (Patt) e, oplà, gli emendamenti si sono liquefatti: «Beh, noi volevamo che i sindaci venissero puntualmente avvisati quando ci sono delle razzie di questi predatori nei loro comuni. E che anche il Consiglio fosse messo al corrente. Ottenuto l’inserimento in legge siamo stati soddisfatti».

Dallapiccola ha presentato una legge molto ma molto discussa. E che lui, ci mancherebbe altro, difende: «Noi vogliamo esprimere un atto politico forte. Alla base di questo disegno di legge c’è una ricerca accurata di un punto di equilibrio. Quello sulla presenza dei grandi carnivori sulle montagne, con quello di chi lavora in agricoltura e alleva animali. Rispetto delle specie lupo ed orso, ma si vuole avere la possibilità di intervenire su quegli esemplari dannosi o pericolosi per l’uomo. Rassicuriamo gli ambientalisti: con questa legge non andiamo contro la natura. Questi animali non solo sopravviveranno ma alla loro specie sarà assicurata l’espansione. Chiediamo un modello di controllo che è già applicato in Stati a cultura democratica avanzata, come la Svezia, la Svizzera o (da ultimo) la Francia». E la questione che il governo possa considerare illegittimo il provvedimento? «Esiste, è concreto. Ma la legge è per difendere l’alpicoltura, quindi si parla di agricoltura di montagna. tema su cui la Provincia ha competenza. Con assoluta umiltà istituzionale porremo la questione in termini giuridici».

Ma per Lucia Maestri, Pd, la questione è già chiara: «Aldilà del merito, se sia opportuno abbattere questi animali, c’è un problema di dubbia costituzionalità della legge stessa. Sarebbe servita una Norma di attuazione, che non esiste, e quindi il dispositivo ad oggi sembra non perseguire l’effetto desiderato, non ha un sostegno giuridico. Non mi sento di fare alla nostra astensione una lettura del tipo “spaccatura verticale della maggioranza”». Resta da capire, allora, perché Dallapiccola ed il Patt forzino su questo passaggio: «Ah, questo lo dovete chiedere a loro» allarga le braccia Maestri. Il via libera è scontato. L’applicabilità del provvedimento molto meno.













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