«Le primarie? Non sono scontate»
Fravezzi dell’Upt preferisce una scelta condivisa dai partiti e chiude a Raffaelli: ci sono candidati più accattivanti
TRENTO. «Le primarie di coalizione sono l'extrema ratio». Vittorio Fravezzi, neosenatore di Scelta Civica e esponente di spicco dell'Upt, spiega qual è la sua road map ideale per arrivare a individuare il candidato del centrosinistra autonomista alla presidenza della Provincia. L'Upt avrà questa sera una segreteria politica che dovrà decidere proprio l'atteggiamento nella scelta del candidato, ma la linea di Fravezzi sembra essere quella preponderante nel partito. L'auspicio è che Pacher ci ripensi e che, alla fine, si candidi, anche se ormai il suo addio sembra definitivo: «Prima si deve cercare un candidato condiviso tra le varie forze politiche e, su questo, auspico che Pacher ci pensi sopra ancora un po'. Poi si devono mettere dei paletti ben definiti sul programma e sui suoi contenuti. Sulla base di questi si dovrebbe cercare il candidato. Solo se non si riuscisse a trovare un nome condiviso si dovrebbe giungere alle primarie. Io penso che le primarie siano uno strumento e non un fine. Certe volte vanno bene, altre volte no. Bisogna essere in grado di capire quando non sono adatte alla situazione. In certi frangenti rischiano di spaccare le coalizioni».
Il senatore spiega che si deve parlare molto di contenuti e programmi, prima che di persone: «L'ultima volta i segretari della coalizione si sono visti e hanno deciso un metodo. Si parte dall'architettura della coalizione e dai contenuti. Dobbiamo tener presente che l'azione di governo va proiettata sui prossimi dieci anni. Il periodo più difficile non saranno tanto gli anni tra il 2013 e il 2018, quanto quelli dopo il 2018. In quel periodo si presenteranno i problemi maggiori soprattutto dal punto di vista finanziario. Per affrontare quel periodo, il primo obiettivo è individuare un candidato condiviso senza primarie. Auspico un supplemento di riflessione di Pacher. Se non dovesse ripensarci dovremo individuare una persona con un determinato profilo. Le primarie dovranno essere solo l'ultima spiaggia, se non riuscissero tutti i precedenti tentativi».
A Fravezzi piace la strada di un esterno ai partiti, ma il nome di Mario Raffaelli non lo convince: «Quella di un esterno, è un'ipotesi da valutare, ma deve essere una personalità di alto profilo, dipende molto dalle esperienze che ha avuto questo esterno. Quanto a Raffaelli, penso che la nostra coalizione possa esprimere nomi più accattivanti anche dal punto di vista del consenso».
Fravezzi, poi, passa a parlare del programma: «Penso che certe idee, come il completamento della Valdastico, siano degne degli anni '70 e quindi vadano lasciate perdere. Invece dobbiamo concentrarci su una mobilità innovativa, su una manutenzione istituzionale con la Provincia che si deve dedicare ai grandi progetti, alle politiche della conoscenza e al welfare, mentre l'erogazione di servizi deve andare a enti più vicini al cittadino, possono essere anche le Comunità di valle».
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