DOLOMITI E LAGUNA

"Le Pale da Venezia, certo. Ma dal Primiero io vedo anche Ancona"

Orgoglio in Primiero per le foto scattate al Lido. Luciano Gadenz, guida alpina: da qui in certe giornate vedo Zara


di Raffaele Bonaccorso


PRIMIERO. Ha avuto un grande e inaspettato riscontro in Primiero l’articolo pubblicato domenica dal Trentino dal titolo “Dolomiti viste da Venezia, la vera Grande Bellezza”, con tutta una serie di foto di Venezia con alle spalle le Dolomiti e in particolare quelle delle Pale di San Martino. Non ci sono dubbi: la vera “Grande Bellezza” è vedere i due patrimoni dell’umanità Unesco, Venezia e le Dolomiti, che stanno in posa insieme in una splendida giornata invernale.

Le foto, del veneziano Nicolò Miana, riportate nel giornale e poi nel web, sia da singoli lettori che dal sito online del quotidiano stesso, hanno avuto una grande quantità di condivisioni, di “mi piace” e di commenti (oltre che telefonate), che hanno sorpreso, anche perché in effetti in Primiero si è sempre saputo e detto che, in particolari giornate, dalle Dolomiti di San Martino di Castrozza è possibile distinguere Venezia e la laguna. Ma vedere quelle foto riprodotte sui mas media più seguiti, ha fatto un certo effetto in tanti. Più suggestive sono ovviamnte le foto in cui da Venezia si vedono le Dolomiti: perché Venezia è Venezia e poi l’immagine del campanile di San Marco con la città attorno in tutta la sua nitidezza, con sullo sfondo stagliate, imponenti, le Pale di San Martino, no ha davvero prezzo. Le foto in cui dalle Pale si vede Venezia sono, per loro natura meno suggestive perché la laguna veneta per forza di cose si vede più sfumata, meno nitida: anche riprodotte, non rendono alla stessa maniera.

Lo spettacolo delle Dolomiti viste da Venezia

Due patrimoni dell'umanità ritratti assieme nella stessa inquadratura: Venezia e le Dolomiti innevate sullo sfondo. Le immagini, davvero sorprendenti, sono del fotografo Nicolò Miana (www.nicolomiana.com), realizzate in particolari condizioni meteo puntando il teleobiettivo verso le montagne dal Lido di Venezia. Leggi l'articolo.

Il tutto ce lo ha spiegato Luciano Gadenz, guida alpina delle “Aquile di San Martino” e cultore del mondo dolomitico: «Certo che dalle Pale di San Martino, in particolari giornate nitide, si vede Venezia. Specificamente è proprio dalla Fradusta che ho avuto modo di vedere più volte la laguna veneta, ma non solo: una volta, proprio in periodo invernale, sono riuscito a distinguere perfino tutta la riviera adriatica fino ad Ancona e, dall’altra parte, la costa dalmata e Zara. Naturalmente non è che si riesca a “vedere” il campanile di San Marco, ma la città nel suo insieme sì ed anche tutto quello che sta attorno. Come, ad esempio, una volta ho pensato di distinguere il tetto della chiesa di Sant’Antonio di Padova, proprio perché luccicava al sole in modo particolare. Anche dalla Vezzana, dal Sass Maor, dal Sass dell’Ortiga, dalla Croda Granda è possibile vedere Venezia; il periodo migliore è quello invernale, ma è possibile anche d’estate, dopo certe burrasche estive che “lavano” tutta l’afa”. Da Venezia, le Dolomiti trentine e bellunesi “emergono” dalle Prealpi trevigiane e dalle Vette Feltrine e si distinguono proprio per il loro colore e d’inverno per essere ricoperte di neve. D’altronde - conclude Luciano Gadenz - anche Dino Buzzati, in un suo scritto, diceva che quando voleva “rigenerarsi”, si affacciava alla finestra del suo studio di Venezia e in certe giornate giocava a distinguere e a dare un nome alle cime dolomitiche delle Pale di San Martino, che lui tanto amava e conosceva bene per averle scalate».

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