«Le nuove Viote: leggere e piene di verde»
Nel rendering la piana dopo i lavori. L'assessore Gilmozzi: «Nessuno scempio»
TRENTO. Gli sbancamenti di terra, le ruspe, la splendida conca delle Viote ridotta ad immenso cantiere in piena estate. I turisti sono sobbalzati, i bondoneri si sono indignati. «È uno scempio», hanno detto in tanti. Contro il nuovo parcheggio al rifugio (che sostituirà quello alla Capanna) è insorto il Wwf: «Un'aggressione al territorio, bastavano piccole aree sosta vicine agli hotel». A Lasino si è costituito un comitato spontaneo di cittadini: «Quel parcheggio è inutile e dannoso, ancora una volta ha vinto il partito del cemento».
Italo Gilmozzi, assessore comunale ai lavori pubblici Italo, mostra un rendering: è una distesa verde di prati e abeti. «Ecco come sarà la piana delle Viote quando saranno finiti i lavori di rinaturazione». Si dice così, rinaturazione, significa togliere dalla conca tutto ciò che c'è di artificiale. La capanna sarà liberata dalla strada e dai parcheggi (trasferiti al rifugio, dove ci saranno 330 posti auto che però nel rendering non vengono mostrati) per lasciare spazio al verde. L'anno prossimo sarà costruito un nuovo sottopasso alla provinciale 85 per le piste da fondo. Il tutto per completare un progetto avviato anni fa, che ha permesso di recuperare a verde le aree degradate a valle della capanna, che erano state a suo tempo utilizzate come poligono di tiro dell'esercito.
«Non fatevi impressionare, per giudicare bisogna aspettare la fine dei lavori», aveva avvertito a metà luglio il dirigente del Comune Giorgio Bailoni dopo le prime reazioni spaventate di bondoneri e turisti di fronte ai grossi sbancamenti. Non è bastato. Nessun cartello ad avvisare di cosa si trattasse e le proteste sono arrivate. «Vero, dobbiamo pensare a un rendering che mostri cosa diventeranno le Viote», è corso ai ripari l'assessore. Dubbioso il dirigente. Ma oggi l'assessore quell'immagine la mostra: «Mi pare di poter dire che è ben lontana dallo scenario di distruzione della piana che è stato evocato. L'impatto attuale del cantiere sarà radicalmente ridimensionato a fine lavori. Come si può vedere gli interventi eseguiti nel 2006 insieme a quelli in corso alleggeriscono la radura da molte infrastrutture, espandendo i prati senza invadere la zona protetta del biotopo. Il progetto non intacca la zona umida e il Giardino botanico». «È stato sacrificato un filare di abeti lungo il confine con il parcheggio, ma nuove piante - promette l'assessore - saranno messe a dimora». Non resta che aspettare le nuove Viote.