Le luminarie francesi arrivano in città 

È iniziato ieri il montaggio dello spettacolo voluto da Apt, Comune ed esercenti. Luci accese dal 24 novembre all’Epifania


di Gianpaolo Tessari


TRENTO. La giunta Fugatti oggi si riunisce per la prima volta ufficialmente e la seduta dell’esecutivo si tiene a Dimaro. Una scelta dal forte significato simbolico che salda idealmente le prime, drammatiche, giornate del neo governatore in prima linea per il maltempo con la grande mole di lavoro che attende lui ed i suoi assessori.

Dunque la giunta è operativa: ieri in piazza Dante si è fatto un primo giro di tavolo (foto) in una saletta attigua a quella della presidenza, cui hanno preso parte tutti gli assessori ed il direttore generale della Provincia, Paolo Nicoletti.

Oggi alle 11 Maurizio Fugatti ed i sette assessori saranno accolti nel municipio di Dimaro dal sindaco Andrea Lazzaroni. Terminata la riunione di governo è previsto che l’esecutivo si sposti per un giro a piedi nelle vie del centro solandro, sia in segno di vicinanza con gli abitanti che per rendersi conto delle attuali esigenze di Dimaro rispetto ai danni di 15 giorni fa.

Martedì, il 20, si metterà in moto anche l’aula del Consiglio provinciale, in calendario c’è la prima seduta e la Lega era, lo sarebbe ancora, decisa ad insediare Roberto Paccher alla guida dell’aula. Ma Walter Kaswalder (Autonomisti Popolari) dopo aver detto di voler seguire, a distanza di anni, le orme di Franco Tretter alla presidenza del Consiglio regionale nelle ultime ore ha cambiato idea. Kaswalder sta puntando i piedi per essere il candidato del centrodestra alla guida dell’aula del Consiglio provinciale. A quel punto per Roberto Paccher si spalancherebbero le porte dell’analoga presidenza, ma questa volta in ambito regionale. La Lega accetterà quest’impuntatura o tirerà dritto sul proprio disegno politico?

Interessante sarà anche vedere se lil presidente eletto deciderà di non infrangere la consuetudine di rimanere in minoranza in Ufficio di Presidenza. Tradotto avrà un solo consigliere di centrodestra nel delicato organismo di Palazzo Trentini?

Ma la partita sulla vicepresidenza ha già messo in agitazione il centrosinistra: per dipanarla oggi alle 11, nell’ufficio di Ugo Rossi in Regione (quello di vicepresidente dell’esecutivo) è prevista una riunione preparatoria sul tema, in vista del voto in aula di martedì. I capigruppo provvisori sono Giorgio Tonini (Pd), Ugo Rossi (Patt), Paolo Ghezzi (Futura), Filippo Degasperi (M5s) e Piero De Godenz (Upt). Chi farà dunque il vicepresidente? Bella domanda, quella cui si cercherà di dare risposta oggi. La legge dei numeri dice che la vicepresidenza spetta al partito con più consiglieri, ovvero il Pd. La discussione non appare semplicissima, anzi: i Dem hanno una donna, Sara Ferrari, che costituirebbe una presenza di genere diverso rispetto al presidente.

Ma hanno anche big come Alessandro Olivi, Luca Zeni, lo stesso Giorgio Tonini, senza dimenticare Alessio Manica. Il Pd che di recente non ha brillato per la capacità di mettersi d’accordo dovrà provare a farlo, pena il fatto che lo scranno finisca in dote a qualche altro partito di minoranza.

Giorgio Tonini, candidato presidente del centrodestra, esponente di spicco del Pd, in queste ore indosserà i panni del capogruppo dei Dem: «Cosa penso di queste nomine in arrivo? Io ho riconosciuto subito la vittoria di Fugatti e già a metà dello scrutinio lo avevo chiamato per fargli gli auguri. E gli ho subito detto che la nostra sarà un’opposizione di merito, costruttiva sul terreno del governo, intransigente sul tema dell’Autonomia. Senza furori ideologici. Rilevo che c’è una sorta di bulimia della Lega che non si vedeva dai tempi della Dc. Sarebbe una forzatura se questo atteggiamento passasse dal piano governativo a quello istituzionale. Vorrei ricordare che la Lega non ha preso il 50 per cento, come faceva la Dc. Rossi e Dellai avevano lasciato la maggioranza dell’ufficio di presidenza del Consiglio all’opposizione. L’augurio è che questa consuetudine venga mantenuto. Una prova di saggezza sarebbe dire, il presidente del Consiglio scegliamolo assieme» chiude Tonini.É tutto, anzi no. La Lega ragiona sul nome a cui affidare la presidenza del nutritissimo gruppo: Mara Dalzocchio sembra decisamente la favorita per guidare la delegazione del Carroccio.













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