POLITICA

«Le donne devono imparare a votarsi»

Quote rosa: i sindaci rispondono alle critiche della vicepresidente Cogo


Gianluca Marcolini


TRENTO. «Noi un manipolo di maschilisti? Manco per idea. Piuttosto sono le donne che dovrebbero imparare a votarsi fra di loro». Non ci stanno a passare per misogini i 62 sindaci del Trentino sprovvisti di assessori in gonnella e a cui, nei giorni scorsi, è stata recapitata una lettera aperta a firma del gentil sesso della politica provinciale. «Nel comporre le nostre giunte - spiegano - abbiamo cercato di rispettare la volontà dell’elettorato. Nessun atteggiamento discriminatorio».

I sindaci dei comuni più grandi “bacchettati” da Cogo e colleghe si difendono in modo pressoché unanime: «La vecchia legge non contemplava l’obbligatorietà delle quote rosa all’interno della giunta. E noi abbiamo tenuto sostanzialmente conto delle ragioni politiche ed elettorali».

«La composizione del nostro esecutivo è frutto di situazioni contingenti - commenta il sindaco di Arco Renato Veronesi - tra cui la necessità di garantire la continuità con la legislatura precedente a fronte anche dell’inserimento di elementi di novità. Tutto questo tenendo presente l’esito delle consultazioni elettorali. Ciò premesso credo sia questo un tema di grande attualità che merita una riflessione ben più organica ed approfondita. Ritengo sia auspicabile un maggior coinvolgimento della componente femminile in politica ma penso, altresì, che il problema vada analizzato all’origine. Forse il nocciolo della questione è che le donne imparino a votarsi fra di loro». Sulla stessa lunghezza d’onda anche il primo cittadino di Malè Pierantonio Cristoforetti. «Nella prossima campagna elettorale punteremo fortemente su questo tasto - commenta - incentivando le donne ad eleggere delle donne. Al di là del fatto che nello statuto abbiamo previsto, come norma, il rispetto delle pari opportunità». «Allestendo la giunta ho voluto tenere conto della volontà dell’elettorato - spiega il roveretano Guglielmo Valduga - e nelle posizioni utili per fare l’assessore non vi erano consiglieri comunali femmine. L’invito, pertanto, è che le donne si votino di più, così da poter contare maggiormente». «A Margherita Cogo ho già risposto - sottolinea Walter Cappelletto, dal suo scranno di Cavalese - precisando che al momento di stilare la giunta la legge in vigore era un’altra rispetto a quella attuale. Ad ogni modo nella mia amministrazione si è dato adeguato spazio alla presenza dei generi attraverso lo strumento delle deleghe».

«Non accetto l’accusa di maschilismo - ribatte il sindaco di Dro Vittorio Fravezzi - visto che le uniche due donne presenti in consiglio comunale sono espressione della mia lista. Ad una è stato affidato l’incarico di presidente del consiglio e l’altra svolge il ruolo di capogruppo. Nella composizione della giunta ho utilizzato la logica delle persone e non di genere maschile o femminile».













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