Le coop sociali contro Segnana «Ci dica se sopravviveremo» 

L’incontro disertato dall’assessora. Il giorno dopo non si placa la polemica. Preoccupa il tema degli affidamenti con il massimo ribasso. La presidente di Consolida Cipriani: «Manca la visione politica, abbiamo parlato solo con i tecnici» 


daniele erler


Trento. Se non è la goccia che fa traboccare il vaso, poco ci manca. Le cooperative sociali erano già preoccupate per la riforma che le riguarda direttamente. Ora c’è anche la rabbia, dopo che l’assessora Stefania Segnana (Lega) ha disertato, martedì pomeriggio, l’incontro con oltre 100 delegati del settore (come riportato ieri dal Trentino): «Lo abbiamo vissuto come uno sgarbo istituzionale, io credo che l’intero mondo della cooperazione dovrebbe prendere una posizione su quanto è successo. Ci stiamo confrontando per capire come farlo», dice Italo Monfredini, vice presidente della Federazione per il settore delle cooperative sociali.

Segnana ha motivato l’assenza con la necessità di presenziare, a Mori, al funerale di Fiorenzo Marzari, storico militante leghista. Ma l’incontro di martedì era stato convocato dalla stessa Segnana, come conferma una mail inviata l’8 ottobre agli enti del Terzo settore. «Dietro a tutto questo ci sono questioni molto tecniche che hanno però dei risvolti politici. Finora ci siamo confrontati solo con i funzionari. Ma non riusciamo ancora a capire quale sia la visione della politica», dice Serenella Cipriani, presidente di Consolida, il consorzio delle cooperative sociali trentine.

Affidamenti al ribasso

Sul tavolo ci sono più questioni che s’intrecciano con un tema molto delicato, fra normative provinciali, nazionali ed europee. «La paura più diffusa riguarda la questione degli affidamenti su appalto. La preoccupazione è che si vada soltanto a gara, in cui vince chi offre il ribasso maggiore. Quasi si considerassero i servizi alla persona alla stregua dei lavori pubblici», commenta Cipriani. Invece il settore è particolarmente delicato, come sanno bene le tante famiglie che ogni giorno hanno per qualche motivo un rapporto diretto con le cooperative sociali. «Il problema è tutto qui - conferma Monfredini - La nostra diversità deriva proprio dalla materia che affrontiamo. Puntare al ribasso economico su un servizio sociale significa andare a modificare il sistema. Creando lavoratori di serie A e serie B. Oppure dando minori servizi ai cittadini».

Alle spalle di tutto c’è la legge di riferimento per questo settore. Risale ancora al 2007 e un po’ tutti concordano sul fatto che andrebbe aggiornata, anche perché nel frattempo sono cambiati gli scenari.

Le preoccupazioni

Tradurre in atto concreto questo principio è però una questione più delicata. Sul tema degli affidamenti, la Consulta delle politiche sociali - sempre su richiesta dell’assessorato - ha avviato un lungo lavoro di confronto, anche nei territori, per portare nuovi elementi alla discussione in atto. Martedì doveva essere il momento conclusivo di questa fase, con la discussione su quanto emerso.

«La sostanza è che sono argomenti molto seri, con una caratura tecnica. Ma sono anche argomenti politici - dice Monfredini - Si tratta di capire se il movimento delle cooperative sociali può sopravvivere in Trentino, o se tutto andrà in mano a un operatore nazionale». Ne è convinta anche Cipriani: «Al di là delle priorità, che nessuno di noi discute, ci preoccupa che l’assessora non ci sia stata a rispondere alle nostre istanze e a tranquillizzarci. C’è la sensazione che sia difficile parlare con la parte politica».













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