Lavis, dorme in auto e gliela pignorano

Antonio Mattivi ha perso il lavoro in cava per un’invalidità. Per un debito ieri si è visto sottrarre il suo rifugio


di Daniele Erler


LAVIS. Momenti drammatici, ieri pomeriggio a Lavis, in piazza del mercato, quando un carro attrezzi, scortato da un ufficiale giudiziario, ha portato via una delle auto lì parcheggiate: un vero e proprio pignoramento, per un debito non ancora saldato.

Da circa un anno, però, quell'auto era qualcosa in più di una semplice vettura, per il suo proprietario, Antonio Mattivi di 45 anni. Senza fissa dimora, Mattivi aveva trovato proprio lì, nella macchina parcheggiata in piazza a Lavis, un rifugio temporaneo: un posto dove dormire, quanto meno. E adesso che gliel'hanno portata via, non sa più che fare, è disperato: «Vorrei che qualcuno mi potesse aiutare», ci confida.

Sino a qualche anno fa, Mattivi lavorava come posatore di porfido: un'attività che ha portato avanti per più di vent'anni. Poi una malattia lo ha costretto a smettere, un'operazione lo ha salvato dalla paralisi («rischiavo di trovarmi su una sedia a rotelle», dice), ma lo ha lasciato con una parziale invalidità, e senza lavoro. Per un certo periodo sopravvive come può, alternando piccoli lavori. Accanto ha una compagna, con cui convive. Ed è in questo periodo di difficoltà, secondo la ricostruzione di Mattivi, che alcuni parenti della sua compagna, gli prestano dei soldi: circa tremila euro, utilizzati, secondo Mattivi, proprio per l'acquisto della macchina.

L'estate scorsa le cose però precipitano: Mattivi si lascia con la sua compagna, e viene cacciato di casa. «È iniziato il mio inferno», racconta. «Ho vissuto per strada, dormendo in macchina dove mi era possibile». Poi trova un'opportunità, a Lavis: inizia a lavorare part time in un bar, guadagna abbastanza quanto meno per poter mangiare qualcosa, ma non a sufficienza per pagare un affitto. «Ho continuato a dormire nella mia macchina, senza dare fastidio a nessuno, nel frattempo ho richiesto una casa Itea, ma per il momento mi è stata negata». Ieri, però, le cose hanno preso una piega ancor più drammatica. La macchina, unico suo rifugio, gli è stata infatti pignorata dall'ufficiale giudiziario, come risarcimento per i debiti non ancora saldati. La creditrice che ha avviato il pignoramento, presente sul luogo al momento del nostro arrivo, non ha voluto rilasciare dichiarazioni, dicendo soltanto: «È un pignoramento perché mi deve dei soldi». Alcuni testimoni, ed amici di Mattivi, hanno invece definito la vicenda come «un atto disumano e di cattiveria, perché non è stato tenuto conto delle sue condizioni di vita». Dal canto suo, Mattivi è apparso ovviamente disperato, ma sempre lucido.

E, dalle pagine del nostro giornale, lancia ora un appello, perché chi di dovere s'interessi al suo caso. «Dove dormirò questa notte?», si è chiesto. E, rivolto alle autorità competenti, aggiunge: «Vorrei che qualcuno mi potesse aiutare. Chiedo aiuto al sindaco, perché ora che non ho più neppure la macchina, sono in una situazione di vera emergenza: dovrò dormire sulle panchine».

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