Lamon-Tesino: scandalo per le cubiste in palestra

Ballerine in abiti succinti alla festa della squadra: il comune revoca gli spazi e boicotta le premiazioni del torneo di calcetto


Cristian Arboit


LAMON. L'ultimo incidente diplomatico dell'altopiano ha risvolti decisamente hot. E' scontro tra il Comune e la società di calcio a cinque Lamon-Tesino, che il 29 dicembre scorso nella palestra delle scuole medie ha organizzato un party con cubiste, snack e birra. Di tutta risposta il sindaco Malacarne e i colleghi del Tesino non hanno presenziato alla cerimonia di premiazione del torneo. Il dibattito è aperto: è opportuno organizzare una festa con ragazze discinte in un edificio pubblico? Dopo la secessione, sull'altopiano arriva la "questione morale". "O tempora, o mores", direbbe il buon Cicerone, guardando al confronto che in questi primi giorni dell'anno si sta tenendo nella patria del referendum. Una premessa, a tal proposito, è d'obbligo: le cubiste in questione non erano trentine, ma dallo spiccato accento dell'Est. Meglio andare con ordine perché la vicenda è facilmente infiammabile. In tutti i sensi. Tra il 27 dicembre e il 5 gennaio a Lamon si è tenuto l'annuale torneo del calcio a cinque. Un appuntamento ormai imperdibile, capace di portare nella struttura di via Ferd duecentocinquanta tra appassionati e sportivi. In tutto, si sono fronteggiate 21 squadre, senza contare la dimostrazione del super-campionissimo Bassano. Insomma, un evento sportivo e "sociale". Fin qui tutto bene, almeno fino alla sera del 29 dicembre quando gli organizzatori decidono di mettere in piedi una festicciola aperta anche ai giocatori. In tutto ci sono 42 ragazzi: ognuno mette dieci euro per il cibo, la birra e le due cubiste. Il dee-jay è un giovane del posto. Le danze si aprono a mezzanotte passata: in sala - pardon, in palestra - ci sono soltanto ragazzi "maturi", nessun minorenne o teen-ager. Almeno così riferiscono le cronache di chi c'era. Sul cubo salgono due signorine dall'accento dell'Est e tutti ballano. La festa finisce a notte fonda poi ognuno dei 42 prende la strada per casa. Passa qualche giorno e il 4 gennaio il Comune invia una lettera all'organizzazione dove dà la disdetta dei locali, ma semifinali e finale si tengono ugualmente. I ragazzi chiedono lumi e scoprono che l'esecutivo è arrabbiato per la festa del 29. La stessa amministrazione comunale rimanda a un incontro chiarificatore. Ma l'incidente diplomatico si consuma la sera del 5 gennaio, al momento delle premiazioni, quando nessuno dei sindaci di Lamon e Tesino si presenta in palestra. Un boicottaggio in piena regola. Alla questione delle cubiste, sembra di capire, si accompagnerebbe la somministrazione di bevande alcoliche, nei confronti della quale l'esecutivo Malacarne aveva già adottato un giro di vite. Cubiste sì, cubiste no, una cosa è certa: in cima ai pensieri dei lamonesi non c'è solo il passaggio alla provincia autonoma di Trento.

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