Ladri fermati dal vecchio termosifone
Presa di mira l’edicola di via Giusti. I malviventi hanno tagliato la base di lamiera della vetrina, ma hanno trovato un ostacolo
TRENTO. Fermati non dall'allarme ma da un termosifone. Un vecchio e ingombrante radiatore di ghisa piazzato proprio ai piedi della vetrina dell'edicola di via Giusti, quasi di fronte all'ingresso del cimitero. Per i ladri, che avevano impiegato una mezzora - secondo le testimonianze di alcuni vicini - per aprire come una scatoletta di tonno il pannello di lamiera posto alla base della vetrata, una brutta sorpresa. Impossibile, fisicamente, infilarsi sotto ed entrare.
Alla banda di tre ladri non è restato altro che gettare via il martello (trovato nell'aiuola di fronte) e darsela a gambe, inseguita per un tratto da una volante della polizia, che non è riuscita però ad intercettarla. Al mattino Henry Francescotti, il contitolare, ha scoperto le tracce del tentato furto, comprese alcune tracce di sangue lasciate sulla vetrina da uno dei tre, molto probabilmente feritosi mentre cercava di staccare il pannello. Nei pressi, per terra, anche la punta, rotta, di un cacciavite usato per incidere il metallo.
È accaduto attorno alle 4 e mezza del mattino. «La famiglia che abita di sopra ha sentito i rumori e una ragazza che sta nella casa di dietro, e ha dato l’allarme, ci ha raccontato che sono durati una mezzora», spiega Francescotti. «Ha anche visto, poi, tre individui magri magri e con la testa coperta dal cappuccio della felpa, che scappavano, risalendo via Madruzzo. Parlavano una lingua slava».
Che il termosifone abbia giocato un ruolo decisivo nello “sventare” il colpo sembra indubbio. «L’ho sempre odiato perché stava lì in mezzo- prosegue il titolare - ma ci ha salvati. Probabilmente i ladri erano già venuti a fare un sopralluogo, ma non l’avevano visto, perché era coperto da un mobile di legno». Intatta la vetrina, blindata e a triplo strato, e anche la porta. »Dovevano essersi accorti dell’allarme, che scatta in caso di apertura. Forse non del sensore di movimento, che sarebbe comunque stato attivato in caso di intrusione». Non è ancora noto se all’edicolante toccherà pure di pagare i danni. «Secondo la mia assicurazione - dice - gli infissi sono a carico della proprietà, il Seminario. Noi siamo in affitto».
L’edicola di via Giusti era stata colpita dai ladri anche in passato: «Nel 2008 avevano cercato di sfondare la vetrina e nel 2004, poco dopo la nostra apertura, avevano scassinato un distributore di sigarette. Ma anche nel bar accanto sono entrati tre o quattro volte». Nelle parole di Francescotti c’è amarezza: «Non se ne può più: siamo arrivati al punto che i ladri fanno quello che vogliono. Se li arrestano li mettono subito fuori. Tempo addietro hanno preso di mira un collega a Trento sud: in quel caso avevano scoperto i responsabili, tre giovani. Magari gli stessi che hanno colpito qui».