La via trentina di Pd e Mdp: «Da noi stare assieme si può»
Nel giorno in cui le strade dei due partiti a Roma si sono ufficialmente divise Manica rilancia: «Qui percorso originale per governare». Lorandi: «Parliamone»
TRENTO. Una «via» trentina, originale, che veda fianco a fianco Pd ed Mdp. Per il capogruppo in Provincia del partito di Renzi, Alessio Manica, è la strada da seguire: «Il percorso territoriale dovrà essere una sorta di esigenza per garantire anche in futuro il governo dell’Autonomia». E proprio nel giorno in cui il pontiere Fassino ha incassato il no di Mdp sullo scenario nazionale, il Trentino prova ad essere una volta di più cantiere politico.
E su questo aspetto il referente del movimento di Pisapia, Fabiano Lorandi, non chiude le porte: «Dopo le politiche, passaggio elettorale a cui per forza di cose andremo con Sinistra Italiana e Possibile, siamo pronti a ragionare con il Pd. Una cosa voglio sottolineare: il partito di Renzi ha fatto di tutto per farsi dire di no ad un accordo con noi. Dal 2015 in poi ha incassato solo sconfitte, ma la lezione non è servita, si è andati avanti come nulla fosse accaduto». E anche “Insieme Trento”, gruppo nato in seno al consiglio cittadino, è su questa linea d’onda.
I sondaggi nazionali, prima che la divisione delle strade al voto ieri si separassero in modo ufficiale, hanno provato a disegnare alcuni scenari. E se il Trentino è accreditato di una prevalenza del centrosinistra, la stessa situazione cala in maniera evidente (pur con il centrodestra che rimane indietro nei sondaggi) se la coalizione si presenta al voto di primavera monca, come avverrà, di Mdp: «La scissione è stata un errore. Non ha rafforzato nessuno, siamo tutti più deboli, avremmo dovuto stringere i denti. Qui non si è avuta quella frantumazione - osserva Alessio Manica - che è avvenuta altrove. Questo dunque ci deve invitare ad un percorso originale, qui abbiamo la possibilità di sperimentare: guardiamo al centro dialogando con l’Upt e a sinistra siamo pronti a sederci ad un tavolo sia con Mdp che con altre espressioni della sinistra. Un ragionamento che non è e non sarà elettorale ma per garantire anche in futuro il governo dell’Autonomia».
Lorandi tiene ben distinti i due piani, quello nazionale e quello locale: «Certo e questo abbiamo voluto farlo sin dall’inizio, visto che noi abbiamo voluto chiamarci Mdp del Trentino, rivendicando dunque la nostra specificità territoriale. Sul piano nazionale il simbolo non è nostro, la legge non ci consentirebbe nemmeno di fare una strada diversa. Ma per quanto riguarda la Provincia, il nostro giudizio sulle scelte di governo che si sono fatte non è negativo e su questo aspetto sono d’accordo con Manica».
Alberto Salizzoni, uno dei quattro consiglieri di “Insieme Trento” offre un contributo alla discussione: «Noi? Siamo rimasti un po’ in mezzo al guado. Abbiamo lavorato tanto, come fuoriusciti dal Pd, per cercare una formula che tenesse tutti assieme. Ci siamo trovati non più tardi di lunedì per ragionare su questo aspetto ma purtroppo - osserva il consigliere - siamo succubi del livello nazionale che ha fatto delle scelte diverse. In Trentino, e su questo non posso che essere d’accordo con Lorandi ci sono spazi e compagni di viaggio con cui, dopo le politiche, possiamo fare un percorso comune. C’è un bel discorso avviato con i verdi di Marco Boato, tanto per fare un altro nome. Bisognerà vedere che tipo di ragionamento potremo intavolare con il centrosinistra autonomista per le provinciali del prossimo autunno».
(g.t.)