La truffa con la prepagata a rischio gli edicolanti
L’ultimo caso a fine anno a Trento nord: il cliente ha chiesto un versamento su Paysafecard senza saldare. Ma ha «fotografato» i codici e si è preso i soldi
TRENTO. I tabaccai trentini devono fare i conti con un truffatore seriale che sfrutta a proprio favore i moderni sistemi di pagamento. L’ultimo colpo lo ha messo a segno il 29 dicembre in un’edicola di Trento Nord. A cavallo del mezzogiorno ha richiesto un versamento di 200 euro su Paysafecard, ovvero due operazioni da cento euro corrispondenti al limite massimo di una singola operazione. Il racconto dell’edicolante: «Fatti i due versamenti, mi ha dato il bancomat per saldare l’operazione che però non funzionava. Si è scusato chiedendomi la possibilità di andare alla filale della sua banca che dista pochi metri dal negozio, è tornato dicendomi che non aveva la disponibilità sul conto a causa dell’addebito della rata del mutuo. Era un cliente che ogni tanto passava in tabaccheria e quindi ho lasciato stare anche perché l’operazione può essere rivenduta ad un altro utilizzatore, oppure tramutata in buoni Amazon, in buoni regalo o per il saldo delle scommesse on line. Resta la scocciatura dell’immobilizzo temporaneo della cifra, ma altri disguidi non ce ne sono». Martedì 2 gennaio l’amara sorpresa: «Un altro cliente mi chiede un’identica operazione, gli cedo il pin sospeso, ma dopo una ventina di minuti torna per dirmi che era già stato utilizzato». Il truffatore con molta abilità era riuscito a fotografare i due pin alle 12,08 ed alle 12,32 li aveva giù utilizzati per una scommessa sul circuito Bet365. L’uomo non è nuovo ad azioni del genere anche su versamenti su Postapay, sfrutta il fatto di essere abbastanza conosciuto in città e dal passaparola successivo è emerso che di colpi simili ne ha portati a termine in tutto il Trentino. Il gestore della tabaccheria sporgerà denuncia alla Polizia Postale, il soggetto è stato comunque identificato e probabilmente la sua azione delittuosa è una conseguenza di una ludopatia alquanto accentuata, perché i soldi truffati sono stati tutti spesi nel circuito delle scommesse sportive. «Quando capitano queste cose si resta comunque male, ma quello che mi ha colpito di più è stata la freddezza con la quale ha fotografato in un’ora di punta le due strisciate; con la scusa del controllo in banca ha guadagnato altri minuti utili per avvicinarsi all’orario di chiusura e con negozio chiuso da due minuti, ha trasferito il denaro. Se mi dovesse ricapitare una situazione simile blocco immediatamente il pin». (d.p.)