«La sera stava bene: l’alcol non c’entra» Cena per ricordarlo

TRENTO. Una morte drammatica, ma che non è stata “macchiata” da alcun eccesso. Il direttore del Nest Luca Nicolli esclude collegamenti fra l’assunzione di alcol la sera precedente, nel corso della...



TRENTO. Una morte drammatica, ma che non è stata “macchiata” da alcun eccesso. Il direttore del Nest Luca Nicolli esclude collegamenti fra l’assunzione di alcol la sera precedente, nel corso della festa di Halloween in studentato, e la morte di Matteo Silini.

Il giovane ha raggiunto la camera con le sue gambe. «Ci è andato assieme ad uno dei due amici che il giorno dopo sono passati in camera a cercarlo». C’è poi «la distanza temporale fra i due fatti (il party e il decesso, ndr), che rende la connessione improbabile, tanto che la polizia stessa l’ha esclusa. E un elemento macroscopico: al mattino, fra le 11 e mezzogiorno, gli amici l’hanno trovato che dormiva: russava e aveva un buon colorito. Solo dopo pranzo stava male: era sdraiato e non riusciva a respirare. La famiglia non ha voluto fare l’autopsia perché Matteo non era un ragazzo che abusava nel bere: non servivano altre risposte».

Nicolli ieri ha incontrato numerosi giovani della struttura dei Solteri. «Sono inevitabilmente tutti provati. Mercoledì ci eravamo visti tutti assieme, oggi (ieri, ndr) singolarmente e in piccoli gruppi. La cosa positiva è stata constatare come i ragazzi si siano raccolti veramente compatti. Anche fra chi era a casa per le vacanze, in tanti hanno chiamato e diverse famiglie ci hanno scritto messaggi di vicinanza. Diretti a noi e alla famiglia di Matteo. Questa è un po’ una casa e una famiglia nel dolore si ricompatta».

Federico Samaden fa parte del Cda della coop Il Faggio, che gestisce il Nest. «La mensa era chiusa e ho preparato io la cena, per un centinaio di persone. Ai ragazzi è servito molto: stare assieme come una famiglia vale molto di più di tanti discorsi. Il dolore per una perdita è un momento prezioso: avviene un’alchimia strana, è come se il Padreterno ti desse la possibilità di sentire più forte il legame con gli altri. Le notizie di morte ci hanno anestetizzato. Solo quando succede in casa tua ti scuoti. Ma l’emozione da sola non serve a nulla: bisogna cogliere l’occasione per riflettere sul valore della vita».(l.m.)













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