La Protonterapia assume I pazienti raddoppieranno
Due anestesisti e un pediatra. Zeni: potremo usare il secondo fascio per le cure Ma Roma non ha ancora inserito il trattamento nei livelli essenziali di assistenza
TRENTO. L’Azienda sanitaria assumerà due nuovi anestesisti e un pediatra per potenziare il Centro di protonterapia, una terapia per la cura di alcuni tipi di tumori che si basa sull’utilizzo di fasci di protoni, anziché di fotoni, più precisa e meno dannosa per i pazienti rispetto alla radioterapia. Con le nuove assunzioni sarà possibile utilizzare il secondo fascio di protoni per raddoppiare il numero dei trattamenti, visto che il primo - con 14 pazienti in cura - è attualmente saturo.
Lo ha annunciato ieri in consiglio provinciale l’assessore alla sanità Luca Zeni, rispondendo a un’interrogazione del consigliere Mario Tonina (Upt). Il consigliere ha sollevato il caso di alcuni giovani pazienti che non hanno potuto fruire del trattamento a seguito della mancanza dell’antestesista pediatrico.
L’assessore ha spiegato che il Centro, in funzione da un anno, sta gradualmente aumentando il numero dei pazienti e per questo il 21 settembre scorso sono state date disposizioni all’Azienda sanitaria per l'assunzione del personale necessario e quindi anche anestesista.
Fino ad oggi sono stati 52 i pazienti trattati al Centro di via al Desert, di cui 4 bambini. «Ma con 14 pazienti attualmente in cura - chiarisce Zeni - il primo fascio è saturo e non possiamo prenderne altri. Le nuove assunzioni consentiranno di poter usare il secondo fascio di protoni e raddoppiare il numero di persone in cura». Nella seconda metà di ottobre comincerà così anche un nuovo ciclo di trattamento su pazienti pediatrici.
Resta però aperto il nodo dell’inserimento della protonterapia nei Livelli essenziali di assistenza (Lea), come annunciato lo scorso febbraio dalla ministra della salute Beatrice Lorenzin nell’incontro con gli assessori regionali.
Zeni ha ricordato che lo scorso giugno l'assessorato ha inviato al Ministero tutte le prestazioni oggi non ricomprese nel decreto ministeriale di assistenza specialistica fra le quali la protonterapia: «L'iter per il riconoscimento è ancora in corso e l'assessorato si accerterà, al momento della discussione della bozza di decreto in commissione salute (da poco rinominata dopo la pausa a seguito delle elezioni regionali nel resto d’Italia) dell'inserimento della protonterapia nei nuovi Lea».
Sempre rispondendo all’interrogazione di Tonina, l’assessore ha poi fatto il punto sull'attività di ricerca del Centro, «una necessità imprescindibile - ha spiegato - per una struttura ad alta innovazione e tecnologia come la protonterapia, parte integrante dell'attività clinica nei limiti della disponibilità di personale, una volta soddisfatte le esigenze dell'attività assistenziale». Per questo - ha aggiunto Zeni - insieme alla collega alla ricerca Sara Ferrari stiamo individuando del personale (al momento si tratta di un fisico) dedicato alla ricerca per una possibile assegnazione al Centro, in modo da formare un piccolo nucleo di supporto d'interfaccia con il mondo della ricerca provinciale e con Tifpa (Trento Institute for Fundamental Physics and Application)». Tifpa ha tra i partner fondatori l’Azienda sanitaria: tra le sue attività è ricompreso il supporto alle attività di ricerca clinica del Centro in collaborazione con Cibio, Fbk e Istituto nazionale di fisica nucleare. È inoltre in corso una collaborazione di ricerca con l’Agenzia spaziale, suggellata dalla visita di lunedì al Centro dell’astronauta trentina Samantha Cristoforetti.
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