La procreazione assistita “vietata” alle donne over 43
Limiti anche ai tentativi: 5 di secondo livello, 4 quelli di terzo L’obiettivo: favorire le coppie con più probabilità di successo
TRENTO. Limite di accesso alle tecniche di procreazione medicalmente assistita alle coppie in cui la donna non abbia ancora compiuto i 43 anni. E niente da fare per aspiranti mamme più anziane. Lo ha disposto ieri la giunta provinciale, spiegando il provvedimento con la necessità di non disperdere le risorse su coppie senza probabilità di successo. Si tratta peraltro di una raccomandazione della Commissione scientifica nazionale, adottata anche da altre regioni. Non si tratta dell’unica novità introdotta: la delibera approvata ieri, per quanto riguarda il “Livello essenziale di assistenza” a carico Servizio sanitario nazionale o provinciale, stabilisce infatti che il numero di tentativi è fissato in 5 cicli per il primo livello (inseminazione intrauterina) e in 4 cicli per il secondo/terzo livello, cioè rispettivamente fecondazione in vitro (Fivet) e iniezione intracitoplasmatica dello spermatozoo (Icsi). Ancora: per residenti in provincia di Trento ininterrottamente da non meno di 3 anni e iscritti al Servizio sanitario provinciale, a titolo di “Livello di assistenza aggiuntivo” si fissa in 400 euro la compartecipazione da parte dell’utente (coppia) per ogni ciclo di primo livello successivo al quinto, e in 2.500 euro la compartecipazione per ogni ciclo di secondo/terzo livello successivo al quarto. Infine, a proposito della disciplina della crioconservazione dei gameti, si prevede una tariffa specifica a carico dei richiedenti per tutti i casi di deposito a lungo termine non finalizzato all’espletamento di cicli programmati di procreazione medicalmente assistita, con esclusione dei casi di soggetti che prevedono di sottoporsi a terapie potenzialmente dannose per la funzione riproduttiva.
Il centro trentino per la pocreazione medicalmente assistita è stato attivato nel 2006 all’ospedale di Arco, che secondo i parametri indicati dalla “Società italiana ospedaliera sterilità” dovrebbe essere in grado di offrire circa 500 cicli di 2° livello all’anno, per evitare liste d’attesa troppo lunghe che compromettono la già bassa probabilità di gravidanza. Dopo che nel 2010 la giunta provinciale ne ha potenziamento l’attività, il Centro si è attestato sulla produzione di circa 390 cicli di 2° livello nel 2010 e 415 nel 2011. Nonostante l’incremento delle prestazioni offerte, tuttavia, il numero di coppie che si rivolge al centro di Arco è in continua crescita: il che determina un dilatamento dei tempi di attesa che può influire sull’efficacia complessiva in termini di successo dei trattamenti. Di qui la delibera di ieri, che aggiorna la disciplina della procreazione medicalmente assistita proprio con l’obiettivo di assicurare il miglioramento continuo del servizio.
©RIPRODUZIONE RISERVATA