La Pasquazzo spa chiede il concordato

I dipendenti dell’impresa edile di Ivano Fracena (una quarantina) sospesi tra cassa integrazione e mobilità immediata


di Marika Caumo


IVANO FRACENA. La Pasquazzo spa chiederà il concordato liquidatorio. Questa la decisione dell'industria edile che, nella sua sede di Ivano Fracena, dà lavoro a una quarantina di dipendenti. La crisi dell'edilizia non allenta la morsa e fa dunque altre vittime in Valsugana, valle che più di tutte nel territorio provinciale basa la propria economia su questo settore.

La Pasquazzo è un azienda storica e molto conosciuta nel campo delle costruzioni, spaziando dall'edilizia privata a quella pubblica ed industriale. Ciò significa case, strade, acquedotti e più recentemente anche bonifiche ambientali. Fondata nel 1961 dal cavaliere Giuseppe Pasquazzo, inizia un processo di sviluppo ed espansione e da impresa artigianale diventa industriale, superando il centinaio di dipendenti, diventando tra gli anni '70 e '90 la più grossa azienda edile in valle ed assumendo nel 1994 l'attuale assetto di Società per azioni, acquisendo appalti anche fuori Regione. Più recentemente ha esteso il proprio raggio d'azione creando ed acquisendo nuove società nel settore degli autotrasporti e dell'immobiliare.

Negli ultimi anni la crisi si è sentita anche qui, eccome. Che l'azienda fosse in difficoltà era infatti noto, e da un anno gli operai sono in cassa integrazione straordinaria, ammortizzatore che scadrà il prossimo 12 febbraio. Ma la speranza di riuscire a farcela, ad uscirne, insomma che la situazione si risollevasse, rimaneva.

Invece nei giorni scorsi, in occasione di un incontro tra la proprietà, le maestranze e i rappresentanti sindacali, è stata annunciata l'intenzione di chiedere il concordato preventivo liquidatorio. Una richiesta che va fatta al tribunale di Trento, con l'obbligo di presentare tutta la documentazione entro il 25 di febbraio. Attualmente la Pasquazzo spa è in una fase che viene definita "concordato in bianco". Ora, se ci sono i presupposti per la richiesta del liquidatorio, si apriranno due vie, nel senso che potrà essere accettato dal Tribunale ed in questo caso permetterà di concordare modi e tempi per la liquidazione e chiusura, con i lavoratori che potrebbero accedere alla cassa integrazione straordinaria per poi passare alla mobilità. In caso contrario invece ci sarebbe il fallimento e la mobilità immediata per i dipendenti.

Una situazione molto delicata ed in continuo evolversi, come confermano i rappresentanti sindacali, che per ora non si sbilanciano e rimandano di una decina di giorni qualsiasi dichiarazione. L'obiettivo in questo momento è lavorare per salvare il salvabile. In ballo ci sono quasi 40 posti di lavoro. 40 famiglie della Valsugana.

«E' l'azienda più grossa del paese (oltre alla Pasquazzo c'è la Floriani, sempre nel settore edile, ndr), un tempo fra le più grandi in Trentino. Da lavoro a sei-sette famiglie, su un centinaio che compongono Ivano Fracena - spiega il sindaco Franco Parotto-. Un’altra tegola che si abbatte sull'occupazione della valle, sull'edilizia».

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