La lotta all’evasione non rallenta i bus: ritardi di 43 secondi
Trentino Trasporti replica alla denuncia della Uil Trasporti. Baggia: «Con la bigliettazione a bordo i disagi sono limitati»
TRENTO. Il 25 settembre scorso, la Uil Trasporti aveva denunciato un peggioramento dei tempi di percorrenza delle corse del servizio urbano di Trento, in seguito all’introduzione della bigliettazione a bordo.
Sulla questione interviene Trentino Trasporti. L’azienda nota come il sindacato, a proposito del presunto aumento dei tempi di percorrenza dei bus, muova dalla «direttiva aziendale che, per quanto riferito, obbligherebbe l’autista a fermarsi a tutte le fermate indipendentemente dalla presenza di persone».
«A fronte di tali affermazioni -dice la presidente Monica Baggia- abbiamo ritenuto di effettuare una comparazione del ritardo medio delle corse effettuate nella terza settimana di settembre 2018 con i dati dello stesso periodo nei due anni precedenti. Preme precisare che le misure antievasione che prevedono il controllo degli ingressi a vista operato dal conducente, la vendita del biglietto a bordo e l’eventuale interruzione della corsa in caso di rifiuto protratto del passeggero a regolarizzare la posizione, sono state attivate progressivamente sulla rete per fasi successive comprese tra novembre 2016 e settembre 2018. Dall’analisi è emerso che la settimana tra lunedì 17 e venerdì 21 settembre 2018 ha presentato un incremento del dato medio del ritardo a fine corsa, rispetto a omologa settimana del 2017, di soli 14 secondi. A sua volta il 2017 presenta un incremento del dato medio del ritardo, rispetto al 2016, di 29 secondi. L’incremento totale del ritardo medio del 2018 rispetto al 2016 è di complessivi 43 secondi. Si può affermare quindi che l’eventuale (ma non dimostrato) rapporto causa/effetto tra le misure antievasione introdotte e l’allungamento dei tempi di percorrenza è pari a 43 secondi».
La presidente di Trentino Trasporti aggiunge anche che l’incremento, pur trascurabile, deve essere probabilmente attribuito ad un’interazione di più fattori quali ad esempio il traffico automobilistico ed eventuali limitazioni della viabilità. Precisazioni arrivano, inoltre, in merito all’obbligo dell’autista di fermarsi a tutte le fermate indipendentemente dalla presenza di utenti, come notava invece la Uil. «L’ordine di servizio emesso a fine agosto 2018 contiene un’unica modifica rispetto a quanto già in essere, prescrivendo che “se nell’area di fermata sono presenti una o più persone, l’autobus deve effettuare la fermata anche se nessuna di loro rivolge segnali per manifestare intenzione di salire a bordo”. Se invece, all’approssimarsi dell’autobus, l’area di fermata è deserta, l’autista, pur decelerando come prescritto, può evitare l’arresto della marcia sempre che nessun passeggero a bordo che abbia prenotato la discesa. Rimane fermo l’obbligo per l’utenza, previsto dalle condizioni generali di trasporto, di segnalare l’intenzione di salire. Entrambe le misure indicate sono finalizzate ad eliminare i disguidi alle fermate e a migliorare la qualità del servizio». L’azienda, a fronte delle misure antievasione ritiene che un incremento del ritardo medio misurato in 43 secondi sia dunque “insignificante”.