La grande sfida dell’Avis: nuovi donatori e nuovi vertici
Trento. «Dono: non so a chi, ma so perché» è questa la frase che è stata scelta tra le tante che parlano il ruolo dell’avisino e che la presidente Danila Bassetti aveva invitato a scrivere in...
Trento. «Dono: non so a chi, ma so perché» è questa la frase che è stata scelta tra le tante che parlano il ruolo dell’avisino e che la presidente Danila Bassetti aveva invitato a scrivere in occasione della festa di Natale. In effetti è la filosofia di Avis che ieri pomeriggio ha tenuto l’assemblea annuale a Palazzo Geremia. Una presenza consolidata sia tra la gente che nel territorio e che a breve sarà chiamata a far fronte ad una criticità: «Il ricambio generazionale sia a livello dirigenziale che di donatori è un problema. L’anno prossimo ci sarà l’assemblea elettiva – spiega la presidente Bassetti – e sarebbe necessario rinnovare le cariche, e non ripresentare il direttivo uscente». Alcuni numeri: 4463 soci dei quali 4376 donatori. I 264 “dismessi” quasi tutti per motivi di età, sono stati sostituiti da 381 nuovi ingressi. In crescita Avis Trento, in flessione le sezioni periferiche, ma solo il 40% delle nuove iscrizioni segue tutto il percorso donazionale. Donazioni che nel 2019 ne sono state fatte 5245 (5283 nel 2018) con 4372 di sangue intero (nel 2018 4740); plasma 342 (421); piastrine 171 ( 122). Il futuro di Avis è legato anche alla promozione e sotto questo aspetto è fondamentale l’utilizzo dello strumento rappresentato dall’alteranza scuola-lavoro che quest’anno sarà fatto in collaborazione con gli Artigianelli per uno stage formativo di 2 mesi con 5 studenti del quarto anno. Un altro mezzo promozionale è lo sport ed in questo caso i testimonial sono l'Aquila Basket e Thomas Ress Numerosi i progetti per il 2020 con particolare attenzione alla giornata mondiale del donatore il 14 giugno. Saranno poi organizzati corsi di formazione per l’uso dei defibrillatori semiautomatici e dei corsi formativi per soci e per le cariche associative in vista della prossima assemblea elettiva. In cantiere anche un convegno medico di livello nazionale e conseguire la personalità giuridica come richiesto dal codice del terzo settore. Insomma un Avis in sospeso tra gli impegni burocratici e quelli umanitari che resta punto di riferimento nel mondo del volontariato. Non c’è solo l’aspetto delle donazioni che per altro ha un’importanza vitale, ma anche quello dell’accoglienza dei donatori e dell'organizzazione dei punti di raccolta periferici gestiti in collaborazione con l’Azienda Sanitaria. Impegni organizzativi che richiedono competenza e professionalità: «Il donatore si deve trovare a proprio agio e deve avere accanto a se – conclude Danila Bassetti - delle persone competenti che lo sappiano supportare specialmente se si tratta delle prime donazioni. Importante la presenza all’ingresso dell’ospedale Santa Chiara». D.P.