L’Upt prova a ripartire dalla Costituente
Incarico a Gilmozzi per un nuovo soggetto con i civici. A Passamani e Fravezzi i rapporti con gli alleati: «Rossi chiarisca»
TRENTO. La parola d’ordine è «costituente»: allargare il campo di partecipazione “dentro” e “attorno” al partito, coinvolgendo esponenti della piccola impresa e dell'artigianato, della cooperazione, del volontariato, delle esperienze civiche, attraverso un gruppo di lavoro che raggruppi tutte queste esperienze, elabori delle linee programmatiche e individui nuove risorse umane sul territorio.
Dopo la disfatta alle politiche, dove Civica Popolare non è andata oltre il 2%, perdendo per strada quasi tutti i 60 mila elettori che cinque anni fa votarono per il progetto di Mario Monti, l’Upt prova a ripartire. Ieri una lunga discussione dentro il parlamentino si è conclusa con il via libera unanime ad un incarico esplorativo all’assessore Mauro Gilmozzi: toccherà a lui capire se ci sono le condizioni per dare vita ad un nuovo soggetto politico in vista delle provinciali di ottobre. Da statuto ci sono 90 giorni dalle dimissioni del segretario per decidere se convocare un’assemblea che approvi la costituente per un nuovo soggetto o se andare a congresso. «Un ciclo è finito», aveva detto dieci giorni fa il segretario Tiziano Mellarini nel rassegnare le dimissioni. «Servono idee nuove e forze fresche, che noi della vecchia guardia continueremo a sostenere dietro le quinte, convinti che mai come oggi ci sia necessità di un partito popolare per tenere insieme la coalizione». Una riflessione ha chiuso all’idea di un nuovo soggetto con il Pd.
L’Upt per sopravvivere guarda all’area del civismo: scommette di recuperare Progetto Trentino (che dopo le politiche è sembrato però ri-orientarsi a destra) e di coinvolgere sindaci come Francesco Valduga (Rovereto) e Roberto Oss Emer (Pergine), verso i quali il pressing è in atto da tempo. Ma la strada, dopo il 4 marzo, non sembra in discesa e il tempo stringe. La vecchia guardia, a partire da Lorenzo Dellai, padre della Margherita e dell’Upt, è uscita dalle urne con le ossa rotte. E le nuove leve non abbondano. Quanto al partito, il parlamentino è stato riconvocato martedì per nominare il nuovo presidente (dopo le dimissioni di Pipinato). Intanto ieri sono stati nominati due «portavoce» che terranno i rapporti con la coalizione: il capogruppo Gianpiero Passamani e l’ex senatore Vittorio Fravezzi (chiesto a gran voce dall’area dellaiana). Per cominciare chiederanno un chiarimento urgente al governatore Ugo Rossi dopo il suo aut aut («O la coalizione decide sul presidente o il Patt sceglierà altri schemi»): «Più che da garante ha parlato da leader del Patt», accusa l’Upt.