L’Upt corteggia Valduga: «Sarebbe l’unica novità» 

Nella corsa per la presidenza della Provincia spunta il leader dei Civici Freddo il Pd, che sonda Tonini e ha pronto Zeni. Ma c’è l’asse forte autonomista


di Gianpaolo Tessari


TRENTO. «Francesco Valduga è l’unica vera novità per la presidenza della Provincia in un panorama politico, che per il resto, tende solo a replicare se stesso». Così è stato definito alcune sere fa il sindaco di Rovereto durante una riunione dell’Upt. E proprio il partito del segretario Tiziano Mellarini, protagonista di una profonda opera di rifondazione, è il promotore di una sorta di “all in” come candidato presidente per il 2018 proprio sul leader dei Civici. Notizia anticipata da queste colonne già settimane fa: «Inutile girarci attorno. Francesco Valduga è il futuro del centrosinistra: bisogna vedere se vuole esserlo già tra un anno o se deciderà di fare questo passo solo tra cinque anni» ammette uno dei big del partito che, vista la delicatezza del momento, chiede di non essere citato.

Il bello è che l’apertura della porta della coalizione ai Civici, di cui Valduga è uno dei leader, era arrivata quest’estate proprio per bocca del presidente Ugo Rossi. Sarebbe curioso se ora fosse il sindaco di Rovereto a diventare il suo principale avversario per la nomination a presidente dell’autunno prossimo.

Ma se l’Upt appare “caldo” sul nome di Valduga in casa Pd si mantiene un profilo bassissimo: «Nell’entourage del sindaco di Rovereto, a quel che ci risulta, si tratta è vero con la coalizione ma a posizioni invertite: ovvero i Civici vorrebbero poter esprimere il candidato presidente in cambio del loro schierarsi con noi alle provinciali. Ci sembra - commentano nel Partito Democratico - una richiesta davvero esagerata per una formazione politica che, di fatto, non si è ancora nemmeno presentata».

E visto che siamo nel campo delle ipotesi, con Valduga che potrebbe sparigliare le carte, va detto che nel Pd c’è chi prova ad immaginare una candidatura di Giorgio Tonini per Piazza Dante. Il senatore di lungo corso (che in Provincia vi ha lavorato oltre 20 anni fama come giornalista) potrebbe spendere in modo proficuo la propria esperienza romana, applicando cioè a Trento tutto quello che ha imparato sui rapporti con il governo e per la difesa dell’Autonomia. Se Tonini, dovesse però incassare una deroga dal partito per un’ulteriore candidatura romana in Parlamento, difficilmente accetterebbe di correre per la Provincia. Nel Pd trentino l’altro nome caldo, anzi giudicato in ascesa, è quello dell’assessore alla sanità Luca Zeni, che dovrebbe però fare breccia nei cuori, ancora tiepidi degli alleati: «Ma la porta è sempre più stretta. Se non dovesse passare la nostra idea di novità legata a Francesco Valduga - osserva l’uomo del l’Upt - si arriverebbe ad un Rossi bis. Alternative davvero percorribili, ad oggi, non se ne vedono».

In realtà c’è chi teorizza un clamoroso ritorno a Trento di Lorenzo Dellai e diversi, dentro la coalizione, provano a convincere l’ ad di Dolomiti Energia Marco Merler a lasciare l’azienda per correre da presidente. In tutta questa partita manca la voce della terza gamba della coalizione, il Patt, e se vogliamo del convitato di pietra di questa discussione, ovvero l’Svp. Il partito di maggioranza altoatesino ha già detto, e lo ripeterà anche questa sera a Mezzocorona (dove il senatore Karl Zeller parlerà di Autonomia con Ugo Rossi) non è disposto a fare alleanze monche: ovvero se c’è l’accordo per Roma, ci dovrà essere pure quello per le Provinciali. Anche sulla presidenza.













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