L'ospedale S.Chiara brinda col Latte Trento
Il prodotto locale scelto per degenti e dipendenti dell'Azienda sanitaria
TRENTO. Nelle tazze di degenti e personale degli ospedali del capoluogo a partire da questo mese c'è il Latte Trento. Lo ha annunciato Luca Badendo, direttore regionale della Dussman, azienda che si occupa del servizio alimentare per l'Azienda sanitaria. Molto soddisfatto, e non solo per l'aspetto economico, Sergio Paoli, direttore del Consorzio latte Valli Trentine.
La Dussman, scrivendo la lieta novella al Consorzio, ha precisato che il latte trentino sarà distribuito a degenti e dipendenti degli ospedali Santa Chiara, Villa Igea e Villa Rosa oltre al self service Big center di Via Degasperi, sede della direzione sanitaria. Nell'elenco non c'è ancora l'ospedale di Borgo Valsugana a proposito del quale esattamente 22 mesi fa il presidente Perozzo denunciava il fatto che gli amministratori avevano disdetto il contratto con la Latte Trento per comperare latte in polvere francese. Nella stessa occasione sempre Perozzo denunciava che «anche il Santa Chiara anziché comperare latte fresco trentino che, com'è noto è un latte di alta qualità, comperava il Granarolo dell'Emilia Romagna».
In quell'occasione l'assessore alla sanità Ugo Rossi si era formalmente impegnato per far cambiare le cose come peraltro già avveniva nella vicina provincia di Bolzano. Ora, se Borgo prosegue ancora ignorando i prodotti del settore lattiero caseario trentino, per i grandi ospedali di Trento e per le mense la grande svolta. «E' questa una bellissima notizia - commentano il presidente del Consorzio Francesco Perozzo e il direttore Sergio Paoli -. Si tratta di un segnale molto importante nella giusta direzione che noi apprezziamo».
Non va dimenticato che questo importante segnale avviene proprio mentre monta la preoccupazione per le uova tedesche alla diossina e di fronte alla scelta fatta appena pochi giorni fa dal Comune di Trento di comperare frutta e verdura da una ditta di Padova. E il dibattito sulla necessità di puntare ai prodotti a «chilometri zero» è sempre attuale e vivace, ma spesso poco praticato anche per obiettive necessità di appalti tarsparenti e concorrenziali. A questo punto Perozzo auspica che anche altri enti pubblici trentini che gestiscono mense o quant'altro seguano l'esempio degli ospedali di Trento in quanto può essere una buona boccata d'ossigeno per gli allevatori locali che svolgono un importante servizio per l'intera comunità nella salvaguardia del territorio e nell'assicurare prodotti di alta qualità.
Per l'assessore Rossi questa scelta «va nella direzione da noi auspicata, in quanto siamo di fronte ad una ottima qualità dei prodotti lattiero caseari trentini, prodotti nel rispetto dell'ambiente, ed in questo modo diamo una mano anche agli allevatori. La cosa non era facile in quanto siamo in un ambito nel quale vanno rispettate le regole per questo dobbiamo essere grati per la sensibilità dimostrata sia dall'Azienda Sanitaria che dalla Dussman nei confronti dei prodotti trentini».
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