L’Hotel Dolomiti venduto all’asta per 180 mila euro 

La proprietà dell’albergo di Vaneze, 3 mila metri quadrati per 5 piani, era fallita mentre era in ristrutturazione


di Sandra Mattei


TRENTO. La quotazione è scesa a 100 mila euro, vale a dire un valore di 3 euro al metro quadro. A tanto è stata fissata l’asta giudiziaria per l’Hotel Dolomiti di Vaneze, tenuta la settimana scorsa al Tribunale di Padova. L’immobile, chiuso da circa 7 anni, ha una superficie di 3.160 metri quadrati, è su 5 piani ed ha 43 stanze per un totale di 85 posti letto. Un albergo dall’aspetto imponente, che accoglie i visitatori quando si arriva all’altezza di Vaneze, quando si supera il primo tornante e che non dà un bello spettacolo visto che i lavori di ristrutturazione si sono fermati a metà. L’Hotel Dolomiti, nato come dependance dell’Hotel Monte Bondone negli anni Cinquanta, è rimasto un cantiere mai concluso, simbolo di un Monte Bondone che attende da tempo un rilancio annunciato e mai realizzato.

L’asta, alla quale hanno partecipato 5 concorrenti (ma uno di loro non era in regola) si è conclusa con la migliore offerta, arrivata a 180 mila e l’acquirente è trentino. Il curatore è Giovanni Pege, che ha lo studio a Padova, ma ieri non era reperibile in ufficio, quindi non ci sono ulteriori particolari degli acquirenti, ma pare non siano albergatori. Sul sito del Tribunale di Padova, si legge che il prezzo base stabilito era 133 mila euro, ma sarebbero state ammissibili anche offerte inferiori, fino a 100 mila euro. Una cifra irrisoria, che è frutto dei ribassi delle aste ripetute nel tempo ed andate deserte, arrivate al decimo esperimento. L’albergo era stato venduto da Pia Campestrini alla associazione Aites (Associazione turismo equo e solidale), la cui titolare è Ida Castiglioni. È stata quest’ultima ad iniziare nel 2010 i lavori di ristrutturazione, che non sono mai terminati. Eppure l’albergo all’esterno si presenta ancora bene, ed ha addirittura dipinta una cornupia sulla facciata, a mo’ di decorazione. Purtroppo però l’interno è stato oggetto di vandalismi e ruberie, perché erano già state ristrutturate le stanze, con tanto di pavimenti, servizi igienici, termosifoni. C’è chi, per dire, si è portato via i sanitari, chi i termosifoni.

Inutile dire che la notizia ha fatto subito il giro degli albergatori del Bondone ed ha creato scalpore, proprio per il prezzo battuto all’asta, che equivale ad un miniappartamento o un garage in città. Alberto Barbieri, colonna dei bondoneri e titolare dell’Hotel Montana, non si fa pregare per commentare la notizia. «Questa è l’ennesima dimostrazione - sbotta - di come le non scelte influiscano sul valore degli immobili del Monte Bondone. Se ci sarà l’impianto a fune, il valore dell’albergo è destinato a lievitare ma se non ci sarà, il valore sarà pari a zero. Mi auguro in ogni caso che la destinazione d’uso rimanga alberghiera, perché se l’alternativa è ricavare appartamenti, di seconde case il Bondone ne ha già troppe, e non sono un fattore di sviluppo». Paolo Torboli, proprietario dell’Hotel Monte Bondone, è dirimpettaio dell’Hotel Dolomiti, ma afferma che non era interessato personalmente all’acquisto, visto che di recente ha ristrutturato ed ingrandito il suo albergo. «Mi sono informato - spiega - dell’asta, perché l’acquisto avrebbe potuto interessare conoscenti. Ma non c’è stato il tempo di capire se il Comune fosse disposto a trasferire la cubatura per servizi e negozi, da costruire in un’altra area. Questo nella prospettiva che si decida di fare il tanto atteso impianto di salita. In ogni caso si deve vedere se l’acquisto sarà definito, e così fosse la notizia positiva, perché qualcosa si è mosso e forse finiranno i vandalismi».













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