L'Haydn scommette su Wagner
Il primo dicembre all'auditorium Santa Chiara un super concerto
TRENTO. Il ricordo è piuttosto lontano, almeno ventitre anni: fu l'ultimo Wagner "live" a Trento e per la verità, se la memoria non inganna, solo il grande finale del Crepuscolo, il monologo di Brunilde sul rogo di Sigfrido. Impresa assai più impegnativa propone adesso l'Orchestra Haydn con l'appuntamento-evento di mercoledì 1 dicembre: l'intero primo atto di Walchiria e il finale dal terzo atto di Sigfrido.
La fatica, organizzativa - l'orchestra raddoppia e si arricchisce dei fatali ottoni wagneriani nonchè degli otto timpani previsti dalla partitura originale, ed interpretativa - premia unicamente il capoluogo trentino nel concerto fuori abbonamento che l'Orchestra ha voluto dedicare alla città in occasione del 50º anniversario dalla propria fondazione. Città che alla Haydn - nelle parole del vicepresidente Renato Ballardini - ha dimostrato un costante affetto, anzi un crescendo di attenzione, confermato dal record degli abbonamenti (644) e dalla considerevole presenza giovanile (22%). Non bastassero la bellezza o la grandiosità nella musica del tedesco, Gustav Kuhn aggiunge ai criteri motivanti la straordinarietà della scelta, anche la disponibilità di una struttura - l'Auditorium S. Chiara - che, dopo gli ultimi ritocchi, si è dimostrata acusticamente idonea ad accogliere partiture eccezionali per organico e contenuti. Ma anche la volontà di far sperimentare all'orchestra un repertorio assolutamente nuovo, il desiderio di coinvolgere il pubblico nel fascino di una musica capace di stregare tanto gli intellettuali più raffinati (una statistica americana conta per la bibliografia wagneriana almeno 25.000 titoli), quanto i neofiti o soltanto gli ascoltatori casuali, e pure una strategia di interregionalità culturale: ponti tra nord tedesco e sud italiano nel nome di Puccini a Dobbiaco (la Messa di Gloria proposta in apertura del neonato festival settembrino dell'Orchestra Haydn nel centro atesino) e appunto Wagner a Trento. Più defilata ma non meno importante anche l' esperienza di Gustav Kuhn con il repertorio wagneriano. «Il mio primo Wagner - dice - fu l'Olandese volante a Trieste nel 1977, consolidata nel festival wagneriano di Erll». A Trento saranno "di scena" le due grandi storie d'amore della saga nibelungica: i gemelli Siegmund e Sieglinde della prima giornata, ovvero l'irruzione dei sentimenti umani nel mondo granitico degli dei, accompagnati da un crescendo straordinario di temperatura orchestrale, interpretati dalle voci del soprano Mona Somm e del tenore Michael Baba con gli interventi del basso Johannes Schmidt nella parte di Hunding. Quindi il risveglio di Brunilde per mano (anzi per il bacio) di Sigfrido (sempre Somm e Baba) in uno dei duetti più celebrati nella storia del teatro musicale, che strappò a Nietzsche il paragone con "l'incandescenza delle vette di neve e ghiacci sulle Alpi".