TRENTO

L’evasore fiscale assolto ringrazia Renzi

Da ieri in vigore il decreto che alza la soglia di punibilità: la prima a giovarne è stata l’ex vice del Centro Santa Chiara, Detassis



TRENTO. È diventata effettiva ieri e ieri c’è stata la prima conseguenza. L’innalzamento della soglia di punibilità della dichiarazione infedele dei redditi decisa dal governo Renzi ha «graziato» Marisa Detassis che era stata accusata di aver inserito nella dichiarazione dei redditi entrate inferiori a quelle che aveva effettivamente ricevuto.

L’anno era il 2011 e secondo l’accusa la donna (al centro di una lunga vicenda giudiziaria che l’ha vista accusata e condannata per peculato e truffa, reati che aveva commesso quando era vice direttrice e responsabile finanziaria del Centro Santa Chiara) aveva dichiarato redditi inferiori rispetto a quelli effettivi e in questo modo avrebbe evaso le imposte per un valore di 62.284 euro. C’era stata la denuncia e quindi il fisco aveva iscritto un sequestro su uno degli appartamenti della donna a garanzia dell’evasione fiscale.

Condanna sicura? Forse sì, se non fosse arrivato il decreto del governo Renzi che ha alzato la soglia di punibilità per questi reati. Come funziona? Se fino a mercoledì per arrivare ad una condanna doveva essere dimostrata un’omissione di versamento delle imposte pari a 50 mila euro, da ieri il livello è stato triplicato arrivando a 150 mila euro.

Nel caso specifico, l’accusa mossa alla Detassis era su poco più di 62 mila euro e quindi ieri inevitabile è giunta la sentenza del giudice Borrelli che ha assolto la donna perché il reato ascritto non è più previsto come reato. Un’assoluzione che porta come conseguenza anche la revoca del sequestro preventivo e la trasmissione degli atti all’Agenzia delle Entrate che dovrà valutare l’eventuale illecito amministrativo.

Ma grazie alla decisione del consiglio dei ministri saranno tanti anche in Trentino, gli imputati che possono tirare un sospiro di sollievo. Il livello di omesso versamento delle imposte in provincia è relativamente basso, inferiore in media ai 150 mila euro e quindi saranno numerosi i procedimenti che si concluderanno con un’assoluzione in virtù del decreto legislativo sul regime penale.

Lo stesso decreto ha alzato la soglie di punibilità anche per quanto riguarda gli omessi versamenti dell’Iva che ora è fissata a 250mila euro. Le pene invece sono state in generale inasprite: l’omessa presentazione della dichiarazione potrà comportare una reclusione da un anno e sei mesi fino a 4 anni; la mancata presentazione della dichiarazione di sostituto di imposta comporterà invece una reclusione fino a tre anni. Nel caso di condanna per uno dei delitti previsti dal decreto, è prevista la confisca dei beni che sono stati profitto del reato.













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