L'autopsia su Andrighi: morto per le lesioni al torace
Compatibili con una caduta dall’alto. Sabato alle 15 il funerale
VERMIGLIO. Lesioni plurime (e mortali) al torace. Questo il primo responso dell'autopsia sul corpo di Flavio Andrighi. Indicazioni che confermerebbero una caduta da un'altezza notevole, forse proprio il ponte di Mostizzolo.
L'autopsia è stata eseguita ieri mattina all'ospedale Santa Chiara dal professor Carlo Crestani, medico legale dell'Università di Parma. L'accertamento, disposto dal pm Giuseppe De Benedetto, titolare del fascicolo sulla scomparsa di Flavio Andrighi, ha concluso che la morte del trentunenne operaio di Vermiglio sarebbe stata provocata da lesioni plurime gravissime al torace, ferite dunque compatibili con una caduta dall'alto in acqua (tra il ponte di Mostizzolo, dove è stata ritrovata l'automobile, è il corso d'acqua ci sono 85 metri). Ora il medico che ha eseguito l'autopsia ha sessanta giorni di tempo per concludere anche gli accertamenti di laboratorio e portare le conclusioni al magistrato. Considerando le condizioni in cui è stato trovato il corpo, è probabile che il giovane sia deceduto il giorno stesso della scomparsa.
Ieri, dunque, il pm ha potuto anche dare il nulla osta alla sepoltura: il funerale verrà celebrato sabato alle ore 15 a Vermiglio.
La Procura di Trento ha disposto l'autopsia per spazzare eventuali dubbi sulle cause della morte di Flavio Andrighi. Scomparso la sera del 28 settembre, di Andrighi non è più stata trovata traccia sino a sabato scorso, quando due volontari hanno individuato il cadavere nelle acque del Noce, poco prima che il fiume si getti nel lago di Santa Giustina.