L’abbraccio della città ai campioni del Giro 

Piazza Duomo si è riempita per la cronometro, nonostante la pioggia Tanti i supporter stranieri: Skippy, dall’Australia, segue la corsa ogni anno  


Lorenzo Di Domenico


TRENTO. Il maltempo di ieri sembrava aver scoraggiato turisti e abitanti di Trento: girando per le strade del centro in tarda mattinata si notava qualche persona in più rispetto al solito, ma non si respirava “l’aria da Giro d’Italia” che di solito invade le città dove la competizione ciclistica fa tappa. Da mezzogiorno in poi, però, piazza Duomo ha iniziato a riempirsi, complice anche la pausa presa dalla pioggia, per attendere la partenza della sedicesima tappa della centunesima edizione della manifestazione. Il meteo non è stato clemente nei confronti degli appassionati di ciclismo, che non sono arrivati in massa come si pensava sarebbe successo.

Alle 13.20, orario di partenza della tappa a cronometro che dal Duomo di Trento arriva fino a Rovereto, la piazza era animata da un buon numero di persone provenienti da tutto il mondo. Passeggiando non era difficile trovare bandiere di diversi Stati sventolate, oppure indossate come mantelli, da appassionati di ciclismo arrivati da lontano così come da stranieri trapiantati qui in Trentino.

Sono arrivati fin dalla Romania, da Orasul Otopeni per la precisione, cinque amici appassionati di ciclismo che hanno deciso di intraprendere il viaggio per seguire, in parte, il Giro d’Italia. «Era un’opportunità unica nella vita – ci spiega entusiasta Daniel- ed abbiamo deciso di farlo, anche se abbiamo dovuto fare molti sacrifici. Siamo a Trento da quattro giorni, anche per la tappa di Riva, poi andremo a Milano e Bardonecchia per le prossime. Siamo appassionati di cicloturismo, quindi in questi giorni abbiamo fatto tanta strada con le bici che ci siamo portati dietro: ieri siamo andati da Peschiera fino a Mantova».

Sono arrivate a Trento, quindi, persone da tutta Europa e dal mondo, come l’australiano Skippy, che ogni anno segue il Giro per sensibilizzare amministrazioni e persone di tutta Italia nei confronti della sicurezza stradale dei ciclisti e dello sport per i disabili. Skippy porta sempre con sé un cartello su cui si può leggere la scritta “Stop killing cyclist” con cui si fa fotografare insieme a personaggi pubblici a livello ciclistico oppure locale. «Ho anche incontrato il sindaco di Trento – spiega mostrando una foto insieme ad Andreatta- e gli ho chiesto di far presente anche al capo della polizia che servirebbe essere più severi nei confronti di chi con la macchina passa troppo vicino ai ciclisti. Bisogna avere regole più severe, stanno iniziando ora a capire che anche i ciclisti hanno una famiglia e dei figli, chi guida deve assumersi completa responsabilità delle proprie azioni e non dire solamente che erano in mezzo alla strada dopo averli travolti. Anche i ciclisti però dovrebbero rispettare le regole ed in caso contrario vanno puniti come chi guida una macchina».

Nel corso della mattinata, mentre la pioggia cadeva ancora fitta, buona parte delle persone presenti ha deciso di rifugiarsi sotto i portici di piazza Duomo, per la felicità dei bar della zona. E sotto i portici c’era un’attrazione che ha richiamato parecchi curiosi, un’opera d’arte, come la definisce il suo creatore Milos Smilnak, che non è sicuramente passata inosservata. «Si chiama Giralinda – racconta Milos mostrando la sua bicicletta costruita in legno ed a forma dello stivale italiano - è parte di un progetto che ho realizzato durante l’inverno per celebrare il Giro, la Vuelta e il Tour de France: oltre a Giralinda ho costruito Vueltalinda e Touralinda. Seguo il Giro insieme a El Nino, il mio pincher, e sto raccogliendo su Giralinda le firme degli atleti che partecipano».

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