Italia Nostra: «Piazza Mostra, Comune ripensaci»
Toffolon , riconfermato a capo di Italia Nostra, contro il progetto vincitore del concorso. L’assessore: «A noi va bene così»
TRENTO. Riconfermato presidente di Italia Nostra dal consiglio direttivo che si è tenuto mercoledì, Beppo Toffolon non rinuncia alle sue battaglie per una città che tuteli il suo patrimonio storico artistico e non si imbarchi in progetti che snaturino luoghi simbolici come la parte di Trento più nota e riprodotta in stampe e cartoline: piazza della Mostra con il Castello del Buonconsiglio.
Italia Nostra con il Fai si sono già espressi in modo molto duro e deciso sul progetto che l’amministrazione comunale ha in cantiere per la riqualificazione di piazza della Mostra e l’accesso al Castello. Una bocciatura che riguarda sia il metodo con cui il Comune ha intrapreso il percorso che ha portato all’elaborazione del progetto che disegna la piazza futura, sia i contenuti elaborati dal progettista vincitore della gara d’idee.
Dopo avere espresso le critiche sul progetto dell’architetto Michele Andreatta, vincitore del concorso di idee, Toffolon ha chiesto che esponenti del mondo della cultura e della società civile si mobilitino perché il Comune sospenda l’iter della riqualificazione e riveda l’impostazione del concorso. Un intervento a sostegno della posizione di Italia Nostra è arrivato da Sandro Schmid, che si è dedicato in questo periodo, oltre che ai suoi studi di storico, anche alla denuncia delle aree degradate della nostra città.
Quali sono gli elementi che hanno fatto definire “devastante” il progetto su piazza della Mostra che dovrebbe prendere il via a fine anno? Toffolon critica il fatto che il Comune abbia presentato il percorso per la riqualificazione di piazza della Mostra come un “progetto condiviso”. «Peccato che la partecipazione - commenta Toffolon - è stata un privilegio ristretto alla giuria e solo su richiesta anche nostra, il Comune ha pubblicato sul sito i progetti partecipanti». Sono stati 22 i partecipanti al concorso, dieci selezionati per avere superato un punteggio minimo, che prevedeva su 100, 35 punti per il concetto urbanistico (adeguamento al contesto, viabilità e qualità dello spazio esterno), 35 per la qualità architettonica e composizione degli spazi, 30 per gli aspetti funzionali, in particolare con i vincoli che riguardano accessibilità al castello, mantenimento posti auto e sosta per bus turistici, mantenimento viabilità lungo via Clesio, spazio per eventi.
Per Toffolon è proprio la valutazione di questi parametri ad essere sbagliata. «Nella valutazione del progetto vincitore - spiega - prevale la parola funzionale per la scelta dell’accessibilità al castello, per il marciapiede, per gli spazi del parcheggio, come se fossero più importanti le fruizioni dei luoghi rispetto alla loro forma e alla loro rilevanza storico - culturale. La piazza diventa così solo uno spazio residuo davanti all’ex Questura, mentre alle case non resta lo spazio nemmeno per i tavolini di un bar. Il fatto che in questo progetto, come in molti altri, si utilizzino materiali come cemento, corten, panchine di pietra inamovibili non preoccupa la giuria che, anzi, critica chi si rifà alla tradizione del porfido e della pietra rosa. La contaminazione infine tra la piazza e l’ambito occupato dal Castello, distrugge la distinzione tra la parte militare-istituzionale e quella civile-commerciale».
Per Toffolon non funziona nemmeno l’ingresso principale a Porta San Martino: «La soluzione migliore per mantenere integra la piazza sarebbe pensare all’antica porta di piazza Sanzio, che potrebbe essere servita da parcheggi sul lato nord». L’assessore ai lavori pubblici Italo Gilmozzi si limita a commentare: «Per una volta che abbiamo indetto un concorso di idee, ed a questo ci atteniamo, siamo attaccati lo stesso. Il percorso va avanti, sulla base del progetto vincitore, ed il milione e mezzo per i lavori è già a bilancio».