Investito sulle strisce pedonali, è morto il pittore Tullio Bernard
L’investimento mortale a Pera di Fassa davanti all’Hotel Rizzi. L'artìsta aveva 77 anni, è spirato dopo il ricovero all'ospedale Santa Chiara di Trento
PERA DI FASSA. Mancava una manciata di minuti alle 18 e il buio era sceso da un bel po'a anche sul tratto di rettilineo della statale 48 che, nella parte nord dell'abitato, passa davanti all'Hotel Rizzi. Ed è proprio sull'attraversamento pedonale che si trova di fronte alla prestigiosa struttura alberghiera che Tullio Bernard, 77 anni di Pera, pittore e decoratore conosciutissimo in tutta la valle di Fassa, è stato centrato da una vettura e sbalzato sull'asfalto, dopo un drammatico volo di una decina di metri. La dinamica dell’incidente è ancora al vaglio degli agenti della Polizia locale che sta cercando di capire dove si trovasse Bernard quando è stato investito.
I soccorsi sono stati immediati, ma le condizioni dell'anziano sono parse subito gravissime e, per questo, oltre ai sanitari dell'ambulanza del 118 partiti da Cavalese, la centrale di Trento ha inviato sul posto anche l'elicottero di Trentino Emergenza con medico rianimatore a bordo. A lungo, i soccorritori hanno lavorato per strappare alla morte Bernard e, dopo averne stabilizzato le condizioni, ne hanno disposto l’immediato trasferimento al Santa Chiara di Trento. La speranza, però, è durata davvero poco: le ferite riportate da Tullio Bernard si sono rivelate fatali e l’artista fassano è spirato poco dopo il ricovero.
Conosciuto e molto apprezzato, Bernard era esponente di spicco della corrente dell’arte ladina del mobile, fondata da Giuseppe Soraperra, che negli anni Quaranta avviò a Pozza l’Istituto statale d’arte, e da Lino Pederiva. Autore di moltissimi quadri legati alle tradizioni e ai paesaggi fassani, Bernard ha realizzato splendide decorazioni di diverse chiese della zona. L’artista lascia la moglie e tre figli. Ferito in modo leggero anche il sessantenne alla guida dell’auto investitrice.
Il luogo in cui ieri è avvenuta la tragedia è considerato da sempre molto pericoloso, ma nonostante l’impegno delle amministrazioni susseguitesi negli anni - tante, tantissime le petizioni, interrogazioni, anche a livello provinciale - non sono mai state risolte quelle criticità che rendono l’attraversamento tanto rischioso. E purtroppo, quella di ieri, non è l’ultima vita spezzata.
Di fronte all’Hotel Rizzi, infati, si trova un piccolo e fatiscente edificio che “spezza” il marciapiede, costringendo i pedoni a scendere sulla carreggiata proprio in un punto in cui le automobili sfrecciano veloci. Troppo veloci se si considera che, nonostante la strada dritta invogli a pigiare sul pedale dell’acceleratore, quello è un centro abitato. Tante gli incidenti, dicevamo, e tante le vittime in questi anni. A pagare il tributo più pesante la famiglia Piaz iniziando con Tita, il famoso alpinista deceduto a seguito di un incidente in bicicletta. A seguire, negli anni '60 la figlia Carmela e successivamente il figlio Furio, deceduti sempre in quel tratto di strada. Nella primavera del 1975 l'investimento mortale di Rossana, una scolaretta falciata all'uscita della mensa.
Nel settembre del 1984 arriva la morte di Bruno ma in questo tragico elenco, forse incompleto, ci sono anche un militare e una turista canadese. Ovviamente tutti questi incidenti non sono correlati solo al vecchio manufatto che interrompe il percorso pedonale, ma certo la sua presenza aumenta di molto la pericolosità di quella zona.