«Intrecciante», un gol contro il razzismo 

La squadra composta da 16 richiedenti asilo e 16 trentini gioca nel campionato amatori. E punta sul «terzo tempo»


di Maddalena Di Tolla Deflorian


TRENTO. Sono trentadue ragazzi, alcuni stranieri richiedenti asilo residenti in Trentino, provenienti da paesi come Marocco, Guinea, Senegal, Mali, Gambia, altri trentini, altri ancora italiani per nascita e di origini familiari straniere. Insieme giocano a calcio, a livello amatoriale. Da poco si sono riuniti nella giovanissima associazione dilettantistica sportiva, «Asd Intrecciante», che ha il programma ambizioso di far divertire giocando a calcio, e al tempo stesso unire persone con culture e storie diverse, con il messaggio che la diversità è un valore positivo. «Convivere si può e questa squadra lo dimostra» ha affermato ieri mattina in conferenza stampa a Trento la presidente, giovane e donna, della «Intrecciante». Lei è Serena Endrizzi, è cresciuta in una famiglia dove il calcio è di casa, ieri era emozionata e determinata a spiegare cosa sia questo intreccio di storie, vissuti, speranze, e divertimento agonistico, al quale rimanda il nome della compagine calcistica.

Uno dei giocatori Younesse Et Tahiri, italiano nato a Lavis, con origine familiari straniere, ha voluto spiegare ieri anche alla stampa che ha voluto aderire alla squadra nel campionato amatoriale, lui che prima giocava in Eccellenza, perché in essa ha ritrovato l’entusiasmo genuino e la condivisione che spesso nel calcio “normale” non trovava più. Anche ardire si può, in ogni caso e questo è il messaggio di Tommaso Iori presidente della Uisp provinciale, che pensa già alla serie A (e parla di inclusione e dimensione multiculturale, nel presentare la squadra, di fronte a capitan Lorenzo Cortelletti). Azzardi sportivi a parte, il progetto che finanzierà la discesa in campo letterale fra gli amatori della nuova squadra Intrecciante, è «Goal! Fare rete contro il razzismo», sostenuto da Fondazione Caritro e coordinato da Uisp -Comitato per il trentino, in collaborazione con Atas Onlus e Kaleidoscopio. La presidente Endrizzi racconta che tanti studenti universitari partecipano al progetto, con entusiasmo e competenze utili a realizzarlo, come quella grafica, per esempio. Sarà adesso compito degli allenatori Alberto Catarruzza e Giorgio Postal, e dell’esperto capitano Cortelletti portare la squadra al valore sportivo. Gli allenamenti si svolgeranno a Canova e Cristo Re. La diversità sarà un elemento centrale, con interessanti dosi di calcio africano, certo più frizzante di quello italico. La prima partita (sono iscritti nel campionato amatori) in casa si giocherà l’otto ottobre, a Mattarello. Dopo ogni partita ci sarà un momento conviviale, il terzo tempo, mentre la divulgazione avverrà partecipando a festival ed eventi su temi connessi.

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