Insulti ai carabinieri: assolto

Motociclista li aveva apostrofati «rompi» su Facebook. Per i giudici è come dire troppo pedante



VALLARSA. Dare dei rompico....i ai carabinieri si può. E’ questa la conclusione cui è giunta la Corte d’appello di Trento che ha assolto un giovane che così aveva apostrofato i militari in una pagina Facebook che si chiamava «motociclisti contro i carabinieri di Vallarsa». La pagina era nata verso nel 2009 dopo che i carabinieri avevano fatto una serie di controlli a tappeto sulle strade della valle sanzionando i motociclisti che montavano accessori non omologati sulle loro moto oppure che esageravano con la velocità. In una domenica, il 16 aprile 2007, vennero fatte multe per un totale di 13.800 euro , l’anno successivo, sempre in un solo giorno, il primo maggio 2008, le multe sfondarono il tetto dei 16 mila euro. In un’altra occasione presero il volo 200 punti patente. Si trattava sempre di sanzioni emesse legittimamente per rendere più sicure le strade della valle che erano, e sono, percorse da molti motociclisti, soprattutto, veneto che spesso esagerano. Dopo i controlli a tappeto, però, qualcuno ha pensato bene di fondare una pagina Facebook che protestava contro i carabinieri che sarebbero stati colpevoli di essere troppo severi. Soprattutto una frase è stata avvertita come troppo pesante dai rappresentanti dell’Arma. In un commento scritto il 12 settembre 2010 l’imputato aveva scritto: «Forse lì le forze dell’ordine fanno dei corsi di rompicoglionogia». A parte il neologismo che non pare neanche corretto dal punto di vista etimologico, l’evidente allusione all’eccesso di zelo ha urtato i carabinieri di Vallarsa. Un paio di loro hanno presentato denunciato l’estensore del commento ritenendosi ingiuriati e diffamati. In primo grado, però, il giudice di Rovereto aveva ritenuto che la querela, presentata il 2 dicembre 2012, fosse tardiva. La Procura, però, ha fatto ricorso in appello. La Corte ha cambiato questa conclusione, ma ha dato lo stesso ragione all’imputato entrando nel merito.

I giudici osservano che l’espressione usata e, in particolare il termine rompicoglionogia, è certamente poco urbana ed educata, ma anche che «non può ignorarsi l’evoluzione che ha subito il linguaggio corrente negli ultimi decenni e, nello specifico, il termine “rompicoglioni” è diventato sinonimo di pedante, eccessivamente puntiglioso, eccessivamente fiscale. Attributi, questi, cui non può riconoscersi una valenza spiccatamente denigratoria, ma semmai una valutazione critica di un dato di personalità o, come in questo caso, di un modus operandi».

Insomma nel giudizio l’utente di Facebook non avrebbe fatto altro che definire i carabinieri come eccessivamente puntigliosi o pedanti. I giudici poi spiegano meglio la conclusione cui sono giunti: «Non può nemmeno trascurarsi il fato che la frase venne scritta in un blog ove molti motociclisti riferivano, lamentandosene, di carabinieri che scrutavano la moto come un dottore fa con il paziente, che facevano storie per il porta targa, che li apostrofavano con frasi del genere “non voglio più vederti sulle mie strade”, atteggiamenti effettivamente espressivi di particolarissima meticolosità e zelo». Per i giudici, quindi, il termine sarebbe stato ispirato dal cima dell’intero blog.













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