Insegnanti, la protesta «fantasma»
I precari vestiti con dei lenzuoli per protestare contro il sistema delle cattedre
TRENTO. L’ormai tristemente noto vocabolo precario proviene dal latino precarius, aggettivo derivato dal sostantivo prex, che tradotto in italiano è «preghiera». Ed è proprio una preghiera quella che, quest’anno come tutti gli altri, molti insegnanti precari reciteranno, nella speranza di ottenere una cattedra in qualche istituto. La parola precario non rende comunque l’idea di come un insegnante senza posto fisso viva il proprio percorso lavorativo, sballottato qua e là per il Trentino, spesso per impieghi di durata massima di un paio di mesi, senza alcuna possibilità di progettare il suo futuro e senza alcuna tutela. La Provincia in questi giorni, come da tradizione, sta assegnando le cattedre vacanti agli insegnanti inseriti nella graduatoria in posizione utile, un sollievo per chi uscirà dal Palazzo dell’istruzione con un contratto, l’ennesima batosta per chi lo farà con un pugno di mosche in mano. Per tutti coloro che non hanno ottenuto una cattedra si prospetta un periodo di ansia, stress e insicurezza: dal 1 settembre, infatti, gli istituti inizieranno ad avvisare i docenti in posizioni utili nelle loro graduatorie nel caso in cui ci fossero posti temporanei vacanti. Una volta ricevuta la notizia, che da quest’anno arriverà via sms, i docenti avranno 24 ore di tempo per decidere se accettare o meno, rischiando così di perdere migliori opportunità che sarebbero potute arrivare in seguito da altri istituti. Con questo sistema l’amministrazione assume ogni anno per breve tempo più di 1300 insegnanti di scuole elementari, medie e superiori. Loro sono lì, lavorano duramente tutti gli anni, ma per l’amministrazione è come se non ci fossero, come se fossero dei fantasmi. Ed è per questo che ieri, durante l’assegnazione di alcune cattedre di italiano e storia, una ventina di insegnanti precari, guidati dai Responsabili degli Stati Generali della scuola del Sindacato Fenalt, hanno attuato una protesta, travestendosi proprio da fantasmi.
«Abbiamo organizzato questa protesta - racconta Nicola Zuin - come forma di maggior visibilità, ci mostriamo per quello che siamo, ossia fantasmi invisibili, nel luogo in cui vogliamo che ci vedano. Ogni anno veniamo qui ad assistere ad un “mercato delle vacche”, in cui i più fortunati tornano a casa con un contratto annuale. Chiediamo l’assunzione su tutti i posti disponibili sull’organico di fatto, l’apertura immediata di un tavolo tecnico sul precariato aperto a tutti gli interessati e un piano pluriennale di assorbimento delle graduatorie. I “fantasmi” nel mondo della scuola trentina sono più di 1300, ossia un quarto degli insegnanti, mentre i dati orgogliosamente sbandierati dall’assessore dicono una bugia, che solo il 4% degli insegnanti sono precari».
Al suo arrivo l’assessore provinciale all’istruzione e allo sport Marta Dalmaso è stata bersagliata di domande, dopo aver risposto ad alcune di esse l’assessore è entrata nel palazzo, suggerendo ai manifestanti il tavolo di lavoro con i sindacati federali come luogo adeguato per la discussione. (l.d.d.)