Inguaiata dai vecchi fucili di papà
Li aveva portati con sé in Germania per distruggerli: donna condannata per esportazione di armi
ROVERETO. Il reato di cui era chiamata a rispondere è di quelli che fanno venire i brividi, di quelli che fanno pensare a terroristi incalliti, a giochi di spionaggio e a cupi scenari internazionali. In realtà, la donna tedesca accusata di esportazione di armi, di pericoloso sembra aver poco. Anzi, secondo la ricostruzione dei fatti compiuta dal suo legale, l’avvocato roveretano Emiliano Ballardini, il gesto che l’ha fatta finire nei guai è stato dettato esclusivamente dal buonsenso. La vicenda risale al marzo del 2012, quando viene a mancare il padre della cinquantenne, residente qui in Vallagarina. La donna, nata e cresciuta in Germania, scende in Italia per partecipare alle esequie e sbrigare, insieme al fratellastro, tutte le faccende burocratiche legate all’eredità. A casa dell’uomo, i familiari trovano anche due vecchi fucili - due doppiette - sul cui destino nulla è stato scritto dal proprietario. Si trovano in soffitta, nella casa del papà, e la signora, temendo che possano finire nelle mani sbagliate, decide di portarli con sé in Germania. Li carica in macchina, fa rientro in patria e, dopo aver raggiunto la sua città, con precisione tutta teutonica, si reca presso il comando di polizia e consegna i due fucili. Compila anche tutta la documentazione prevista dalla legge tedesca in cui viene specificato che le armi sono destinate alla distruzione. Tutto a posto, quindi? Nemmeno per sogno. Passa un po’ di tempo e le autorità italiane e tedesche prendono contatto proprio le pratiche burocratiche legate ai due fucili e, ovviamente, si scopre subito che la donna li ha portati oltrefrontiera senza alcuna autorizzazione. Partono le verifiche e, quindi, la denuncia. Ieri, in tribunale, la cinquantenne tedesca, che non era presente è stata condannata - dura lex sed lex - dal giudice Michele Cuccaro a un mese e dieci giorni di reclusione e ad una sanzione pecuniaria. Portando i fucili in Germania, insomma, la donna ha commesso un reato, indipendentemente dai motivi che l’hanno spinta a farlo. L’avvocato Ballardini, però, non la pensa così e ha preannunciato ricorso in appello.
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