In Trentino nel 2012 un vero boom di matrimoni falliti
Secondo gli ultimi dati, in provincia ogni mille nozze ci sono 307 separazioni e 181 divorzi. Anche tra gli anziani
TRENTO. Quasi un matrimonio su due finisce male. I dati analizzati anche dalla quarta commissione del Consiglio provinciale sono a dir poco preoccupanti. Le statistiche parlano chiaro: in Trentino ogni mille matrimoni ci sono 307 separazioni e 181 divorzi. Nel 2012 il Trentino, che nel nord era l’unico territorio a resistere sotto quota 300 separazioni ogni mille matrimoni, ha conosciuto un incremento notevole. Un dato che preoccupa dia dal punto di vista umano che da quello della tenuta sociale. Infatti, la fine del matrimonio è ormai una delle prime cause di impoverimento in Italia. E il Trentino non fa eccezione. Soprattutto l’uomo finisce in mezzo a una strada, visto che deve trovarsi una sistemazione, oltre a pagare per il mantenimento dei figli. Spesso uno stipendio medio non basta. Così sono sorti anche alloggi per padri separati. L'assessorato provinciale per le politiche sociali e abitative coordina le attività a favore dei genitori separati. L'Atas mette a disposizione 5 alloggi per un totale di 19 posti letto ma, attualmente, solo 14 sono occupati; l'Itea a Trento e Rovereto ha 5 alloggi per i padri o mariti separati in difficoltà per 12 posti letto; Alfid ha un alloggio a Gardolo dove possono vivere tre persone; la Famiglia materna di Rovereto mette a disposizione 9 alloggi e Casa del papà sempre a Rovereto, dal novembre dell’anno scorso, ospita due padri separati in coabitazione. Ormai c’è anche il divorzio low cost. Basta cercare su Google e i primi risultati sono due siti, divorzio express e divorzio gratis. Viene pubblicizzata addirittura la possibilità di divorziare velocemente all’estero con soli 349 euro. Basta poco per seppellire quello che resta di un’unione, ma solo se non ci sono figli e patrimoni da spartire. In questo caso, le cose si complicano.
Secondo l’Istat in tutta Italia all’atto della separazione i mariti avevano mediamente 46 anni e le mogli 43. Solo dieci anni prima il maggior numero delle separazioni ricadeva nella classe di età tra i 35 e i 39 anni. Questo innalzamento dell’età alla separazione è il risultato sia della sempre maggiore propensione allo scioglimento delle unioni di lunga durata, sia di un processo di invecchiamento complessivo della popolazione dei coniugati, dovuto alla posticipazione del matrimonio. La drastica diminuzione delle separazioni sotto i 30 anni (sia per gli uomini che per le donne), ad esempio, è la naturale conseguenza della riduzione dei matrimoni nella stessa fascia di età: meno di un matrimonio su quattro vede attualmente entrambi gli sposi sotto i 30 anni. Più precisamente si tratta del 22,2% di tutti i matrimoni celebrati nel 2011, quota che sale al 25,9% se si fa riferimento solo ai primi matrimoni. Ma il fenomeno non risparmia gli ultrasessantenni. Nell’ultimo decennio le separazioni in Italia che riguardano uomini ultrasessantenni sono passate da 4.247 a 9.923 (dal 5,9% all’11,2% del totale delle separazioni).
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