In Trentino il 40% delle colf e badanti sono uomini
Sorpresa dai dati sulle regolarizzazioni. Molti datori di lavoro stranieri: per la questura c'è un abuso della sanatoria
TRENTO. Sorpresa: il 40 per cento delle colf e badanti regolarizzate in Trentino sono... uomini. Non solo, una famiglia su quattro che dà loro lavoro è straniera, in gran parte asiatica e africana. Dati anomali che portano a pensare che la sanatoria sia stata sfruttata in modo strumentale da persone in cerca di un permesso di soggiorno. Le domande presentate sono state 1.168. Evase in soli 3 mesi.
Il Trentino può fregiarsi di un altro record in materia di efficienza. «Questa provincia è stata una delle prime a chiudere: ci sono delle realtà del Triveneto che devono ancora iniziare e in alcune grandi città la sanatoria richiederà tre anni», osserva il questore Angelo Caldarola. A Trento con un unico appuntamento datori e lavoratori hanno potuto assolvere la pratica. Un risultato reso possibile dalla collaborazione stretta fra Provincia, Inps (presente il direttore Gaetano Guerriero) e Questura. Siamo avanti, dunque. E si vede anche da altri indicatori: «Per alcune persone assunte, stiamo già lavorando al ricongiungimento familiare», ha precisato Caldarola. «Ed essendo questi lavoratori di fasce deboli, ci sono anche i primi licenziamenti». Da qui una preoccupazione, che il questore non ha nascosto: «Il rischio che avverto è che parte di questi fra due anni ridiventino clandestini e si trasformino in potenziali pericoli per la sicurezza».
Un’analisi dettagliata dei numeri è stata effettuata da Sergio Vergari, dirigente del Servizio lavoro della Provincia: accolto l’80% delle pratiche (956), presentate da lavoratori in maggioranza moldavi (27%), ucraini (16%), marocchini (12%) e pakistani (11%). In un quadro positivo, che ha permesso di far emergere il sommerso esistente, sono stati messi in evidenza anche alcuni elementi critici. Come quello relativo al genere: il 40% dei lavoratori sono maschi. «Questo conferma il ricorso a questo strumento, nel caso delle colf in particolare, come canale privilegiato di ingresso nel mercato del lavoro. Giocoforza dovremo scontare una quota di fuoriuscita dal settore».
Caldarola ha però ricordato che nel concetto di collaboratore familiare rientrano diverse mansioni prettamente maschili come quelle di stalliere, autista e giardiniere. Altro aspetto singolare è il fatto che il 28% dei datori di lavoro siano stranieri, in primis asiatici e africani, cosa che fa pensare ad un uso strumentale della sanatoria. Ma un elemento di debolezza è anche l’onerosità dei pagamenti dei contributi da parte delle famiglie, che potrebbe indurre qualcuno a ritornare nel sommerso.
Resta il fatto che è stato intercettato un bisogno reale. Tanto che la Provincia sta lavorando per attivare in un prossimo futuro la formazione all’estero. «Le famiglie che hanno bisogno di queste figure non hanno tempo di aspettare il decreto flussi», ha detto Luca Aldrighetti, direttore dell’Ufficio mercato del lavoro. «Da qui la necessità di creare un percorso extraquote, che sarà attivato tramite decreto». L’assessore Lia Beltrami ha anche preannunciato l’intenzione di creare un albo delle badanti facendo del Trentino un laboratorio su scala nazionale. Quanto alla discrepanza fra il fabbisogno ipotizzato di 2 mila lavoratori e le 1.200 domande, Beltrami ha parlato di una stima per eccesso. «Ritengo che quasi tutti abbiano regolarizzato i propri collaboratori».