Imu, salasso sugli alloggi sfitti

Intesa Comuni-Provincia. Trento, conto di 718 euro per chi ha l'alloggio vuoto


Chiara Bert


TRENTO. Aliquote Imu omogenee in tutti i Comuni: 0,4 per mille sulla prima casa e 7,6 per mille sugli altri immobili. Tassazione massima, il 10,6 per mille, sugli alloggi sfitti. Questo l'orientamento uscito ieri dal confronto tra la giunta delle autonomie e l'assessore provinciale Mauro Gilmozzi. Intanto il Comune di Trento ha sfornato le prime simulazioni: ecco quanto pagheranno i cittadini. Giovedì l'ipotesi di accordo sarà all'ordine del giorno del consiglio delle autonomie, come piattaforma del nuovo protocollo d'intesa che dovrà essere sottoscritto tra Provincia e Comuni alla luce della manovra Monti.

L'obiettivo è di chiudere la partita mercoledì 25 gennaio.Da qui ai prossimi giorni i tecnici saranno al lavoro con le simulazioni, «le scelte finali spettano al consiglio - spiega il presidente Marino Simoni - ma alcuni paletti li abbiamo messi». Il primo prevede - come aveva chiesto la Provincia - di applicare aliquote omogenee su tutto il territorio: «Tutti i cittadini trentini devono essere trattati allo stesso modo», insiste Simoni, «ogni Comune mantiene la sua autonomia, ma chi non si adeguerà andrà incontro a penalizzazioni sul fondo perequativo».

L'orientamento emerso ieri è di applicare le aliquote base della manovra Monti, 4 per mille sulla prima casa e 7,6 per mille sugli altri immobili. Il salasso arriverà sugli alloggi sfitti, per i quali - come sollecitato dal Comune di Trento - si prevede l'aliquota massima al 10,6 per mille. Anche se perlessità e richieste di approfondimento sono state espresse da alcuni Comuni turistici, che sulle case sfitte hanno realtà molto diverse. I Comuni dunque non utilizzeranno i margini di manovra previsti da Monti: ridurre o alzare del 2 per mille l'aliquota del 4 per mille e del 3 per mille l'aliquota del 7,6.

Una soluzione questa che da un lato permette di non pesare ancora di più sulle tasche dei cittadini, che già devono fare i conti con un aumento delle tasse, e in particolare con la reintroduzione della tassa sulla prima casa. E dall'altra consente ai Comuni di raggiungere una sostanziale parità di gettito rispetto all'Ici (considerato che il 50% degli introiti dell'Imu andrà allo Stato) e di coprire (per circa i due terzi) i 9 milioni di euro chiesti dalla «manovra salva-Italia» come concorso al risanamento del debito.

Il conto finale dei sacrifici chiesti ai Comuni trentini dopo la manovra Monti ammonta a 16 milioni di euro. Di questi, 4 milioni erano già noti, ovvero i minori trasferimenti da parte della Provincia sul fondo perequativo (inseriti nel protocollo di finanza locale approvato a fine ottobre). Ci sono poi i 9 milioni chiesti dalla manovra Monti come compartecipazione (in questo caso non si tratta di saldi obiettivo, ovvero divieto di spendere, ma di soldi richiesti da Roma), e altri 3 milioni di euro (in questo caso presunti) che lo Stato rivendica per sé, l'equivalente della differenza tra il gettito previsto dalla nuova Imu (stimato in 213 milioni) e il gettito 2011 dell'Ici (113 milioni).

Senza contare che nelle casse statali finirà il 50% delle entrate dall'Imu sulle seconde case (che in Trentino vale 97 milioni). «Ma si tratta ancora di stime», avverte Simoni, «i conti reali si fanno a consuntivo, alla luce delle detrazioni e anche dell'evasione». Il Comune di Trento qualche simulazione però l'ha fatta. Al proprietario di una sola prima casa con famiglia di due persone l'Imu costaerà 135 euro, ma se (per la stessa casa) ci sono due figli a carico, il conto scenderà a soli 35 euro. Altro caso: il proprietario di due appartamenti, di cui uno prima casa e l'altro sfitto da oltre due anni, pagherà 718 euro; se invece affitta il secondo alloggio ne pagherà «solo» 553, un risparmio di 165 euro.













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