Impianti a fune, fatturato a quota 200 milioni
Dodici anni fa era di 129 milioni. L'assessore Dallapiccola: "Non solo impianti, occorre diversificare l'offerta"
TRENTO. Dodici anni fa il fatturato legato ai servizi offerti dagli impianti a fune del Trentino (attualmente sono 230) era di 129 milioni di euro, nel 2016 è salito a circa 200 milioni di euro. Questo il dato che emerge dall'annuale incontro degli operatori del settore che si è tenuto oggi alla sala di rappresentanza della Regione a Trento, occasione per evidenziare l'andamento del comparto impiantistico nel periodo appena concluso e per fare il punto sulle sue problematiche tecniche ed economiche. Un dato che spiega da solo quanto vale il settore degli impianti a fune in Trentino.
Al meeting, accanto ai vertici nazionale e provinciale dell'Anef (Associazione nazionale esercenti funiviari), Valeria Ghezzi e Francesco Bosco, è intervenuto anche l'assessore al turismo Michele Dallapiccola. Dallapiccola ha ringraziato gli impiantisti "senza i quali, con una serie di inverni senza neve quale abbiamo vissuto in questi ultimi tre anni, non saremmo andati da nessuna parte". Della crisi che investe il settore ha parlato in particolare il presidente delle Funivie Campiglio e responsabile di Anef provinciale Francesco Bosco: "Sono nove anni che stiamo vivendo una profonda crisi dovuta alla diminuzione dei turisti sciatori e all'aumento dei costi di gestione, che sono molto alti, ma nonostante questo il settore ha tenuto e non ha prodotto disoccupati. Il fatto di avere comunque garantito un buon innevamento è una garanzia per le grandi agenzie turistiche".
Quando si parla di innevamento programmato il pensiero corre immediato all'impatto sull'ambiente, ma la presidente di Anef nazionale Valeria Ghezzi nega con decisione che l'impiego di tale tipo di impianti comporti danni rilevanti all'ambiente. Al convegno nazionale che Anef terrà tra qualche giorno, come ha anticipato la presidente nazionale Ghezzi, verranno resi noti i risultati di uno studio dell'Enea che dimostrerebbe come tale impatto sia pressochè nullo allorquando gli impianti di innevamento sono alimentati da fonti rinnovabili: "L'acqua impiegata per l'innevamento non viene semplicemente consumata ma può essere riutilizzata. Questo è l'anno internazionale del turismo sostenibile - ha ricordato la presidente Anef -e la montagna ha il diritto di dire che fa parte a pieno titolo del turismo".
"Lo sci non è affatto morto - ha sostenuto infine l'assessore Dallapiccola - ma noi dobbiamo riuscire a mantenere i nostri turisti: Le piccole società impiantistiche non devono concentrarsi solo sull'ammodernamento degli impianti, devono anch'esse costruire un'offerta rivolta anche a chi non scia, diversificare proponendo certo il servizio degli impianti ma anche enogastronomia, piste da slittino e snow bike per rispondere in maniera corale ad un turismo che sempre più prepotentemente si è accorto del Trentino".