Il questore chiude il bar dello stupro «Era necessario»
Trento. Mentre gli agenti della squadra mobile sono al lavoro per dare un’identità all’uomo che ha stuprato nei bagni del bar «H/àkka» di via dei Ventuno una studentessa di vent’anni, da qualche...
Trento. Mentre gli agenti della squadra mobile sono al lavoro per dare un’identità all’uomo che ha stuprato nei bagni del bar «H/àkka» di via dei Ventuno una studentessa di vent’anni, da qualche tempo a Trento in Erasmus, il questore di Trento Giuseppe Garramone ha dato un seguito alle intenzioni dichiarate, chiudendo il bar. «Il locale - recita una nota della questura - era già sotto osservazione per svariati interventi effettuati dalla squadra volante, per persone moleste, schiamazzi, disturbo alla quiete pubblica». Il gravissimo episodio dello scorso fine settimana è stata dunque la classi goccia che ha fatto traboccare il vaso. Al bar H è stata dunque revocata la licenza in via temporanea. «A fronte di questi episodi - ha commentato il questore Garramone -, era necessario intervenire con la massima celerità, perché queste situazioni incutono nelle cittadinanza una sensazione di pericolo e disagio sociale, ed è per questo che la risposta deve essere pronta ed immediata». I titolari dell’esercizio ne hanno dovuto prendere atto, esprimendo però sulla pagina facebook del locale la propria posizione: «È avvenuto un fatto di una gravità indicibile che ci vede, nostro malgrado, coinvolti e lascia tutti noi esterrefatti e profondamente feriti. Non possiamo immaginare il dolore e la sofferenza della vittima. A lei e alla sua famiglia va tutta la nostra solidarietà e disponibilità. Quanto accaduto ha minato profondamente la nostra fiducia ad ogni livello, psicologico e sociale. Ci serviremo di questo periodo di sospensione per riordinare le nostre idee, per valutare se valga la pena di proseguire questa attività, che é sempre più spesso ostacolata ad ogni livello. Detto ciò va ribadito il nostro massimo rispetto alla persona lesa e rimarchiamo la nostra visione di tolleranza zero su fatti di questo genere». Per loro la “gogna mediatica” «si é fatta portavoce di una giustizia sommaria con una incoerenza sui fatti descritti. E che ha omesso di sottolineare il fatto che noi non abbiamo la minima responsabilità per quanto accaduto».