Il Pd punta su Olivi e Franzoia
Nicoletti verso il collegio di Bolzano. Resta il problema della Valsugana
TRENTO. Il Pd trentino esce dal coordinamento di lunedì sera con pochissimi punti fermi. Uno è che il coordinamento, a larga maggioranza, ha dato mandato al segretario Italo Gilmozzi di confrontarsi con il vicepresidente della Provincia Alessandro Olivi per capire come valorizzare una sua candidatura alle politiche del 4 marzo. Olivi vorrebbe correre sul collegio di Trento, che considera il più «sicuro» e prestigioso dal punto di vista politico. Ma è un dato di fatto che l’affollamento sul capoluogo è alto.
Un altro punto fermo è che un posto va trovato per il deputato uscente Michele Nicoletti. La presidente del partito Donata Borgonovo Re è tornata a chiedere con forza che venga valorizzato sul suo collegio naturale, Trento. Ma in questo momento i bookmakers danno in ascesa le quotazioni di una sua candidatura sul collegio di Bolzano-Bassa Atesina, in coppia con Gianclaudio Bressa al Senato, seggio considerato blindato vista l’alleanza Pd- Svp.
Se Nicoletti sarà candidato in Alto Adige, sul collegio di Trento prevale l’idea di candidare una donna e in pole position c’è l’assessora comunale Mariachiara Franzoia, considerato un nome in grado più degli altri di compattare un partito dove si fronteggiano correnti e ambizioni personali. A quel punto il tentativo sarà di convincere Olivi a correre nel suo collegio naturale, quello della Vallagarina. Resta aperta la partita del collegio della Valsugana, il più ostico per la coalizione. Lì dovrebbe essere destinata la seconda donna della coalizione, in quel caso la consigliera provinciale Lucia Maestri è considerata il nome più spendibile, mentre Elisa Filippi potrebbe essere capolista sul proporzionale alla Camera. Ma in Valsugana le scelte si intrecceranno anche con quelle Upt: in pole resta Lorenzo Dellai, che però non ha ancora deciso.
Al coordinamento Gilmozzi ha ribadito che «ci sono forti possibilità di vincere in tutti e tre i collegi» e che il Pd considera fondamentale la rappresentanza di genere. «Significa - spiega il segretario - che su quattro collegi (considerando anche Bolzano) dovranno esserci almeno due candidate». Netto anche il capogruppo Alessio Manica: «Su questo la nostra coalizione si è impegnata, escamotage come quello di candidare tre donne Pd “a perdere” sui collegi altoatesini di Merano e Bressanone (dove è scontata la vittoria Svp, ndr) non sono sostenibili».
(ch.be.)