L'INTERVISTA alessandro andreatta 

«Il mio successore? Non sarà un politico Io ne prendo atto» 

Verso le comunali. Il sindaco guarda all’appuntamento di maggio:  «Io avevo preparato per questo ruolo la mia vice Franzoia, sarebbe stata un’opportunità. Ora ci sono Marco Merler e Franco Ianeselli»


GIANPAOLO TESSARI


Trento. Tre concetti. Espressi senza girarci tanto attorno: a parlare è il sindaco Alessandro Andreatta e lo fa gettando lo sguardo sulla sua successione, a maggio. Eccoli: «Il candidato del centrosinistra non sarà un uomo/donna di partito». Il secondo? «In città non è detto, anzi, che il centrodestra faccia il bis delle provinciali del 2018». E, per finire, uno sferzante giudizio sulla giunta Fugatti: «Doveva essere il governo del fare. Io, in quest’anno con la Lega al governo in Provincia, tutta questa agilità nelle scelte non l’ho vista. Anzi, stiamo aspettando che da piazza Dante sblocchino molte cose».

Sindaco Andreatta, dopo decenni la corsa di maggio a Palazzo Thun non appare blindata. Le due coalizioni maggiori hanno rapporti di forza meno netti, no?

É chiaro che queste elezioni comunali scontano il fatto che nel 2018, alle provinciali, ha vinto il centrodestra, trainato in buona parte dalla Lega. Ora in ogni comune trentino, soprattutto i più grandi, dove ci sono i partiti nazionali non le liste civiche, ci si interroga: si dice, andrà come è andata in Provincia?Oppure in maniera diversa, più in continuità con quello che si è fatto prima?

Lei che ne dice?

Io sono sufficientemente fiducioso nel dire che qui potrebbe esserci una continuità dal punto di vista amministrativo e politico. La nostra coalizione (che non so come chiamare ma so che non è quella delle paure, del rancore, qualcuno direbbe anche dell’odio, ma mi sembra una parola forte, che non è quella di Fratelli d’Italia) ha ragionevole fiducia: si può perdere alle nazionali, anche alle provinciali, ma nelle città si riesce a parlare meglio. Si può far passare un messaggio che sia legato ai contenuti, al sentire di questa parte di terra trentina. Stiamo lavorando tutti per questo. Sento dire che bisogna stare tra la gente...

Sì è una ricetta attuale.

Ma io ci sono sempre stato. In questi 11 anni da sindaco ho fatto essenzialmente questo. I sabati e le domeniche sono stato dentro le comunità, tra la gente. Questo va detto e scritto, io non ho da riscoprire il territorio. E su questo io non condivido nemmeno che in Provincia sia arrivato il governo del fare.

Non ha avuto questa impressione?

Francamente no. Io in quest’anno non l’ho visto. Hanno assunto alcune decisioni ma di certo non hanno avuto le caratteristiche della rapidità o di quella sana concretezza che possono rappresentare alcune amministrazioni. Loro hanno avuto meno attenzione sul piano sociale, non sostenendo le risorse umane. Hanno una visione diversa, io lascio una città accogliente ed inclusiva, in testa a tutte le classifiche sulla qualità della vita. Noi in giunta, anche perché è più facile farlo negli ultimi anni, siamo stati invece una giunta molto operativa. Loro dicono che fanno quello che “vuole la maggioranza dei trentini”.

Un modo di agire che non la convince?

Beh, bisogna vedere. Certo, uno vince le elezioni ma poi io non ho mai fatto strettamente tutto quello che mi ha suggerito la mia coalizione. L’ho sempre ascoltata, ho portato avanti il programma votato ma prestando attenzione anche alle opposizioni. Governare è rispetto della minoranza. Su questo aspetto ho sempre prestato attenzione.

Il suo successore questa volta, dopo 30 anni, non è già bello e pronto: da Dellai a Pacher a Andreatta. E ora?

Il vicesindaco di uno ha sempre fatto poi il sindaco. Io ho preparato per questo ruolo, non lo nego, il mio vicesindaco Maria Chiara Franzoia. É una persona che l’anno prossimo avrà 41 anni ed è in consiglio comunale dal 2005: avere una donna giovane con grande esperienza è una grande opportunità ed io l’ho messa a disposizione della coalizione. Ma è venuta avanti l’idea di non candidare persone “targate” ovvero chiaramente appartenenti ad un partito. Scelta che non condivido del tutto ma io mi faccio carico di quello che esprime la maggioranza. Ora si individuerà qualcun altro che sappia interpretare la coalizione.

Lei appare motivato nel promuovere la candidatura dell’ad di Dolomiti Energia Marco Merler, no?

Tra i nomi stimati e stimabili che avete scritto come possibili candidati quello che conosco da tantissimo tempo è Marco Merler. Persona seria, capace, che ha fatto bene in qualunque ruolo si sia trovato ad operare e che può essere una figura adatta per questo ruolo. Ma conosco anche gli altri possibili candidati, come Franco Ianeselli.

Come lo valuta?

Il segretario generale della Cgil è stimato e possiede una grande dimensione politica. Capace di guardare alle piccole cose ma anche alle questioni più complesse ed è adatto a questo ruolo. Conosco Michele Lanzinger è competente ed ama la città, ho prove infinite di questo. Un po’ meno conosco l’avvocato Andrea de Bertolini, altro nome che gira sui giornali, con cui ho avuto ottimi rapporti e stimo anche la prorettrice Barbara Poggio.

Sindaco la questione Patt tirato per la giacchetta, come la vede?

Non voglio entrare nelle dinamiche dei partiti, non l’ho mai fatto. Ma questa terra è fatta di forze politiche popolari, democratiche, autonomiste e civiche. La coalizione in cui credo e che può meglio funzionare è quella che raccoglie il meglio di queste culture: lo si è fatto, bene, per tanti anni.













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