«Il mio cane ucciso da un colpo di fucile»

Tom, un San Bernardo di 5 anni, è morto dopo 7 giorni di agonia. La proprietaria Lucia Groff ha sporto denuncia ai forestali



CIVEZZANO. È morto dopo una settimana di sofferenza dopo essere stato “impallinato” da un colpo sparatogli verso la coda ed il sedere, Tom, un cane San Bernardo di 5 anni. A quanto pare si è trattato di un colpo uscito dal fucile di un cacciatore. Questo stando anche a quanto constatato da Giovanni Monsorno, veterinario del Distretto est dell’Azienda provinciale per i servizi sanitari, che ha visto l’animale dopo che la signora Lucia Groff, proprietaria del cane, ha sporto denuncia all’Ufficio distrettuale forestale di Pergine. Il fatto increscioso è accaduto durante la mattinata di sabato 10 novembre Tom. Era una mattinata di brutto tempo e tutti erano chiusi in casa. Nessuno, tranne chi lo ha ferito mortalmente, ha visto come possa essere successo.

La signora Lucia abita in frazione Bosco di Civezzano, tra il biotopo Alle Grave e il sentiero che conduce verso il lago di Santa Colomba. Accanto alla sua casa c’è quella in cui vive la famiglia di sua figlia, Paola. Tom è cresciuto insieme alla nipotina della signora Lucia, con la quale amava giocare e farsi coccolare. «Le due case - spiega la signora - sono circondate da un vasto terreno di proprietà non recintato. Durante la stagione venatoria capita che cani da caccia e cacciatori si avvicinino alle case, tanto che per Tom non sono più degli estranei. Probabilmente quel sabato mattina alcuni cani si sono avvicinati alle case e Tom deve averli accompagnati ai margini del bosco. E’ già capitato altre volte, solo che questa volta, uno o più cacciatori hanno finito con lo sparare al mio cane, forse per sbaglio o forse, ma spero non sia così, per averli disturbati. Ma temo non si sia trattato di un incidente perché altrimenti qualcuno si sarebbe fatto vivo».

«Tom - racconta la signora Lucia, ancora visibilmente commossa - era un componente della famiglia, un compagno con il quale passavo insieme la giornata, che mi seguiva in tutti i lavori che svolgevo all’aperto dice con voce emozionata, e quando rientravo in casa lui rimaneva davanti alla porta ad aspettarmi. Era una presenza costante e affettuosa. Lo aveva comperato poco prima della nascita della mia nipotina. La aspettava sempre, ogni pomeriggio, al ritorno dalla scuola materna e non appena riconosceva in lontananza il rumore del pulmino, iniziava a scodinzolare e a saltare in attesa dell’arrivo. A Tom piacevano molto i bambini. Mancherà anche a loro».













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