Il metano alla conquista dei giovani e delle donne

Sta cambiando l’identikit di chi scegli l’alimentazione alternativa per le auto Il gestore del distributore: «Si risparmia molto: 230 chilometri con 12 euro»


di Mara Deimichei


TRENTO. Tutto è nato da una battuta. «Se fai qualcosa di nuovo, io ci sono». E qualcosa è stato fatto e così due amici si sono trovati a gestire il distributore Eni sulla corsia sud della tangenziale. Uno dei quattro distributori a metano della provincia. I due amici sono Diego Degasperi e Luca Tomasi e da un anno e mezzo monitorano la vendita del combustibile alternativo dalle due colonnine. E il numero dei distributori è il primo problema: «fossero di più si lavorerebbe meglio» commenta il gestore. Usiamo la loro esperienza per tracciare il tratto del metanista e a farci da guida è Degasperi.

Allora, qual è l’identikit di chi ha scelto il metano?

Su dieci pieni sette sono per auto guidate da uomini e tre da donne. L’età è sui cinquantenni ma stanno crescendo i ragazzi che scelgono una macchina con l’alimentazione a metano, C’è molto interesse su questo tipo di alimentazione soprattutto per il costo che è di molto inferiore a quello della benzina o del gasolio ma la crisi rallenta gli acquisti di auto in generale e quelle a metano costano pure di più.

Qual è il rapporto fra pieni di carburante «tradizionale» e quelli a metano?

Noi siamo un impianto un po’ particolare perché possiamo rapportarlo ad uno autostradale vista a nostra posizione sulla tangenziale e quindi c’è un flusso importante anche di camion. Diciamo che il 10 per cento dei rifornimenti è a metano. Se fossimo in città, direi che si arriverebbe al 20 per cento.

Qual è la lamentela più frequenti fra gli automobilisti che fanno il pieno a gas?

Direi che è relativa all’orario. Attualmente non è possibile applicare alle pompe di metano il self service e quindi è possibile fare il pieno solo durante l’orario di apertura, quando ci siamo noi. Potremmo anche prolungare il nostro orario includendo anche la pausa pranzo ma i costi - anche solo si personale - ci sono per un guadagno che è minimo. In questo senso stiamo ancora aspettando una risposta dalla Provincia in relazione ad una richiesta di contributo che abbiamo fatto come distributori di metano. La cifra non è decisamente eccessiva ma ci permetterebbe di fornire un servizio migliore alla gente.

Quali sono i limiti maggiori «imposti» dall’utilizzo di un’auto a metano?

Il primo è il costo dell’acquisto. Non c’è usato e il nuovo costa più della stessa macchina senza impianto. Poi - qui in provincia - ci sono anche pochi distributori e quindi fare il pieno è più difficile e più brigoso rispetto a chi ha la benzina. E poi c’è il problema dell’autonomia che è relativamente limitata. E sono macchine con poca spinta tanto che qui, dove le salite sono frequenti, è più diffuso il gpl come alternativa a benzina e diesel.

Ma c’è un vantaggio non indifferente che è quello del risparmio.

Quello certamente. Con una Panda, ad esempio, fai il pieno con 12 euro e viaggi tranquillo per circa 230 chilometri. E anche gli incrementi del costo al chilo (così si misura il metano) sono differenti. In questo anno e mezzo la benzina è cresciuta circa di 40 centesimi al litro, il metano 14 centesimi al chilo

I tempi di rifornimento sono un po’ lunghi...

Ma sono utili per chiacchierare con le ragazze, risponde prontamente Thomas Toniatti che nel pomeriggio è il dipendente addetto al metano.

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