Il gallerista Dal Bosco nei guai per evasione
Avrebbe nascosto al fisco redditi per 14 milioni di euro. Secondo la Finanza avrebbe continuato a lavorare, anche se denunciava solo il reddito da pensione
TRENTO. Nuovi guai per il gallerista roveretano Paolo Dal Bosco. Dopo l’indagine per concorso in bancarotta fraudolenta nel crac Parmalat, il noto commerciante d’opere d’arte dovrà affrontare anche un lungo contenzioso con il Fisco. La Guardia di Finanza, infatti, gli contesta di aver evaso le tasse nascondendo al fisco redditi per 14 milioni di euro.
La verifica si è tenuta a fine 2011. Secondo quanto emerso, nei cinque anni precedenti la società di Dal Bosco avrebbe omesso di dichiarare ricavi per oltre 14 milioni di euro.
Dopo la chiusura, l'attività della società era proseguita in totale evasione d'imposta, con la sola dichiarazione per gli anni seguenti del solo sussidio pensionistico da parte del titolare dell’azienda. Le indagini della Finanza, però, avevano messo in luce che Dal Bosco aveva solo formalmente cessato la professione, per proseguire apparentemente sotto la copertura di una passione di carattere personale nel campo dell’arte, svolta senza fini di lucro. I successivi approfondimenti hanno però permesso di appurare l’esistenza di un elevato tenore di vita di Dal Bosco, in aperto conflitto con gli esigui redditi dichiarati.
Sono emersi infatti diversi viaggi all’estero, il possesso di auto di lusso, di numerose opere d’arte nonché di immobili situati in rinomate zone turistiche, per un valore di alcuni milioni di euro e detenuti attraverso società, nonché l’assidua frequentazione di ambienti esclusivi.
L’imprenditore è stato denunciato per le violazioni fiscali e sul patrimonio mobiliare ed immobiliare sono state proposte all’autorità giudiziaria ed all’Agenzia delle Entrate diverse misure cautelari.
Ma l’attività della Finanza non si è fermata qui. Nei primi tre mesi del 2012 le fiamme gialle hanno scoperto in Trentino 41 evasori totali.In un secondo caso, dal monitoraggio informatico delle transazioni commerciali del comparto immobiliare è emerso che un soggetto, seppur titolare di partita Iva inattiva, risultava aver effettuato innumerevoli lavori di “completamento di edifici” ad aziende di costruzione edile.
L’approfondimento della posizione fiscale effettuato dalla Finanza ha consentito di ricostruire integralmente il reddito conseguito per circa 1,5 milioni di euro e mai dichiarato ed ha permesso di ricondurre il soggetto nell’alveo dei cosiddetti evasori totali per un periodo di cinque anni. Il controllo da parte della Finanza sull’evasione si fa più mirato e punta sempre più sui bersagli di maggiore consistenza .
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